Toscana

IRAQ, DOPO IL GRAVE ATTENTATO DI KIRKUK; MONS. SAKO:  «INTERVENGA L’ONU»

“Cambiare i programmi dell’insegnamento della religione nelle scuole, in casa e in generale nei luoghi di culto, riformare il clero perrenderlo sempre più attento alla società moderna e spingere i governi a rispettare i diritti umani”. A pochi giorni dall’attentato ad Emerli (Kirkuk), unodei più sanguinosi dal 2003, dove un camion bomba ha provocato oltre 170 morti e 250 feriti, a parlare è lo stesso vescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako che propone la sua ‘ricetta’ per fronteggiare l’ondata di violenza che sta colpendo sempre più gravemente l’Iraq. “Gli attentati terroristici colpiscono tutti gli iracheni senza fare distinzione tra le religioni” dichiara al Sir. “Assaltiarmati, uccisioni, rapimenti sono una realtà quotidiana e i sobillatori sono imembri del disciolto partito Baath, i criminali rilasciati dal regime prima dellaguerra, i combattenti arabi (Moujahidin) e i fondamentalisti musulmani. Tutti –spiega mons. Sako – vogliono impedire il progetto di un Iraq democratico, pluralista e moderno. I criminali cercano soldi, i membri del partito vogliono ilpotere, i fondamentalisti pensano di essere i depositari dell’unica verità e pertanto coloro che la rifiutano vanno annientati”. In questa situazione i cristiani sono le “prime vittime perché sono assimilati agli americani e poichémolti di loro sono relativamente benestanti, diventano anche obiettivi di rapimenti”. Tuttavia, conclude il presule caldeo, “è possibile ricostruire il Paesesotto l’egida dell’Onu”.Sir