Toscana

RIFUGIATI: MONS. TOMASI (SANTA SEDE) ALL’ONU, «UN RINNOVATO IMPEGNO DI PROTEZIONE»

“La situazione critica dei rifugiati e degli sfollati interni in tutto il mondo chiede un rinnovato coinvolgimento e un attivo impegno da parte della comunità internazionale”. Lo ha detto mons. Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, intervenuto alla 39ª sessione del Comitato permanente dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur) che si è svolta a Ginevra dal 25 al 27 giugno. Nel suo discorso reso noto oggi, mons. Tomasi ha sottolineato che il numero globale dei rifugiati “ha iniziato di nuovo a crescere” e sono “attualmente 32 milioni gli assistiti dall’ufficio Acnur”. Esprimendo l’apprezzamento della Santa Sede per “il coraggioso servizio dell’Acnur”, il presule ha affermato che “sembrano aumentare grigie aree di preoccupazione all’interno delle quali i già esistenti strumenti di protezione non possono essere applicati”. Mons. Tomasi si è riferito alla “terribile perdita della vita nel tentativo di raggiungere un rifugio sicuro da parte di migliaia di persone costrette da circostanze disperate a cercare la sopravvivenza al di fuori del proprio Paese” attraversando oceani, mari e deserti. Un fenomeno presente in diverse parti del mondo, che solleva la questione “di come l’obbligo di protezione della comunità internazionale possa essere esercitato in queste situazioni”.

Per il rappresentante della Santa Sede, occorre “concentrare l’attenzione su questo problema transregionale prendendo in considerazione i nuovi sviluppi, avviare uno studio sistematico su come la protezione possa essere garantita ed anche sviluppare uno specifico programma”. Naturalmente “ciò richiede nel lungo periodo la trasformazione delle condizioni dei Paesi d’origine attraverso maggiore sicurezza, rispetto dei diritti umani, effettiva partecipazione politica, creazione di posti di lavoro e un contesto di pace”. Un ulteriore punto affrontato da mons. Tomasi è la questione “dei rifugiati del Medio Oriente e il peggioramento della pulizia etnica e delle minoranze religiose”. “I cristiani, in particolare, devono confrontarsi con una rinnovata era di martirio” e “le risorse necessarie per un’adeguata risposta alle sofferenze dei rifugiati iracheni non sono abbastanza accessibili”. Richiamando il recente appello di Benedetto XVI alla solidarietà con i rifugiati, mons. Tomasi ha concluso: “Gli odierni sviluppi degli spostamenti forzati e domani le conseguenze del cambiamento climatico che obbligheranno le persone a muoversi, richiedono creatività intellettuale e pragmatici programmi di azione”.

Sir