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IRAQ, MONS. ISAAC (BAGHDAD): «BABEL COLLEGE ANCORA IN MANO AGLI USA». 1400 FAMIGLIE IN FUGA DAL QUARTIERE DI DORA

“Il Babel College a Baghdad è tuttora in mano degli americani che lo hanno trasformato in una base militare, e le richieste di restituzione sono cadute nel vuoto. D’altra parte il timore è che se le truppe americane lasciano l’edificio – ed anche il vecchio seminario caldeo ad esso vicino – esso sarà occupato da elementi di Al Qaeda, gli stessi che hanno già preso possesso del convento delle suore caldee del Sacro Cuore, sempre a Dora”. A ricordare la situazione del Babel College, l’unica facoltà teologica cristiana in Iraq, è proprio il rettore mons. Jacques Isaac, in occasione della chiusura dell’anno accademico. Come è noto la facoltà, a causa della mancanza di sicurezza, è stata forzatamente trasferita, il 4 gennaio 2007, dal quartiere cristiano di Dora (Baghdad) a nord, ad Ankawa, nella zona di Erbil. Dopo il trasferimento le truppe Usa ne hanno presso possesso per farne una base militare.

In un’intervista rilasciata al sito Baghdadhope mons. Isaac fa il punto sulle condizioni dei cristiani perseguitati in Iraq: “1400 famiglie cristiane hanno lasciato Dora per trasferirsi chi all’estero, chi nel nord e chi in altre zone di Baghdad. Sono famiglie distrutte, fuggite dai tentativi di farle convertire, di pagare la tassa di protezione, fuggite senza niente, con un passato distrutto ed un futuro incerto. Per questi la Chiesa fa quello che può, ma non è mai abbastanza per ciò che stanno soffrendo. Le chiese a Dora sono chiuse, a Mar Yacoub, ad esempio, erano rimasti due fratelli di guardia che sono stati uccisi, ma anche in altre zone della città la situazione è grave, per un totale di 23 chiese caldee ci sono solo 12 sacerdoti eppure i fedeli, per quanto pochi, cercano ancora di frequentarle, di avere dai sacerdoti e dalla preghiera quel conforto che è così difficile da trovare a Baghdad”. La situazione peggiora anche al nord dove molti cristiani hanno cercato riparo. “Ci sono diversi problemi nel Nord non controllato dal governo curdo” spiega il rettore. “Mons. Rahho, vescovo di Mosul, ha riferito che ormai metà della popolazione di fede cristiana della città è fuggita, ed anche i piccoli centri non sono sicuri. Secondo i sacerdoti di Qaraqosh quasi ogni giorno qualche persona del villaggio viene rapita. Qaraqosh è un piccolo centro e chi vuole studiare o lavorare deve per forza spostarsi verso Mosul, un viaggio molto pericoloso”. L’anno accademico appena finito, che ha visto laurearsi 11 nuovi dottori, 2 laici, 1 suora e 8 seminaristi caldei, è stato dedicato ai “Martiri della Chiesa” in ricordo di padre Ragheed Aziz Ganni e di tre suddiaconi a Mosul lo scorso 3 giugno.

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