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G8: ULTIMA GIORNATA DI LAVORI, NUOVE «PROMESSE» ALL’AFRICA

La terza e ultima giornata del G8 in corso nella cittadina tedesca di Heiligendamm si è aperta con l’impegno a portare a 44 miliardi di euro i fondi per la lotta contro la sindrome da immunodeficienza acquisita (aids/sida), la tubercolosi e la malaria in Africa: promessa che ricorda quella presa – e sinora non rispettata – due anni fa a Gleneagles, in Scozia, quando le otto potenze mondiali dissero che avrebbero raddoppiato gli aiuti entro il 2010. Secondo gli attivisti, inoltre, se anche gli ‘otto grandi’ stanziassero la somma promessa, 44 miliardi di euro non basterebbero per conseguire l’obiettivo di sviluppo del millennio di debellare le tre pandemie. Secondo fonti diplomatiche, l’accordo – che verrà reso pubblico dal cancelliere tedesco Angela Merkel dopo un incontro conclusivo con i capi di stato e di governo di sei nazioni africane e dei paesi emergenti – prevede che metà della spesa venga sostenuta da Washington che due settimane fa aveva presentato al Congresso statunitense un piano di spesa di 22 miliardi di euro nell’arco di cinque anni per finanziare la lotta alle tre malattie.

La giornata di ieri, dedicata al clima, si era invece conclusa con un compromesso: un accordo sulla necessità di conseguire ‘tagli sostanziali’ delle emissioni dei cosiddetti gas-serra sotto la cornice delle Nazioni Unite che tuttavia non fissa restrizioni quantitative e scadenze vincolanti. Stati Uniti e Russia hanno solo accettato di “prendere in seria considerazione” la decisione di Germania, Francia, Italia, Canada e Giappone di ridurre i gas nocivi del 50% rispetto ai livelli odierni entro il 2050.

“L’Africa aspetta che i G8 mantengano le loro promesse”: lo ha detto il presidente ghanese John Kufuor, uno dei sei capi di stato africani invitati in Germania per il vertice degli otto paesi più avanzati economicamente, dopo che in un comunicato diffuso oggi i ‘grandi della terra’ si sono nuovamente impegnati a rispettare gli impegni presi riguardo a “un consistente aiuto” all’Africa entro il 2010. Nelle ultime settimane, però, sono state molte le voci che si sono levate per criticare le troppe “promesse” fatte negli anni passati in materia di aiuto all’Africa ma mai mantenute dai potenti di turno.

Le principali organizzazioni non governative (ong) internazionali, ma anche le piccole associazioni locali africane, nei giorni scorsi hanno usato con sempre più frequenza la parola “ipocrisia”, che è ritornata prepotentemente anche nei commenti delle ultime ore. Ipocrisia negli accordi ambientali, che fanno riferimento al 2050, e ipocrisia nei nuovi fondi destinati alla lotta alla Sindrome da immunodeficienza acquisita (Sida/Aids), malaria e tubercolosi. “Non dobbiamo farci distrarre dai grandi numeri. Ciò che nella migliore ipotesi i 60 miliardi di dollari significano solo tre miliardi di dollari extra in aiuti entro il 2010” ha detto Max Lawson, presidente di Oxfam, secondo cui mancano ancora 30 miliardi di dollari promessi al vertice del G8 di Gleanegles (due anni fa in Scozia). Ancora più critica la posizione di Medici senza frontiere (Msf), che accusa apertamente di “ipocrisia” il vertice tedesco dal momento che “ammesso che le promesse vengano mantenute, l’efficacia dei fondi aggiuntivi in campo sanitario sarà gravemente compromessa” dalla contemporanea scelta di mantenere artificialmente alti i prezzi dei farmaci. “Le decisioni del G8 appaiono contraddittorie e in malafede: da una parte si promettono più fondi per la lotta ad Aids, Malaria e Tubercolosi, ma dall’altra si impone ai paesi emergenti di rafforzare i brevetti sui farmaci con l’inevitabile risultato che le cure salva-vita avranno prezzi inaccessibili per milioni di persone. Che senso ha aumentare i fondi se contemporaneamente si fanno lievitare i prezzi?” dice il direttore di MSF-Italia, Kostas Moschochoritis. La stessa ong infatti ha sottolineato come prima dell’annuncio dei nuovi stanziamenti, il vertice ha raggiunto un accordo per imporre ai Paesi emergenti limiti più stringenti alla produzione di farmaci in grado di fare concorrenza a quelli delle multinazionali occidentali. Una misura che rischia di creare nuovi problemi a quei paesi del Sud del Mondo (come India, Brasile e Tailandia) che negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante nella produzione di versioni generiche di alcuni farmaci essenziali. Medicinali generici ampiamente utilizzati nei paesi in via di sviluppo perché più economici dei prodotti ‘di marca’.

Anche la Campagna per la riforma della Banca Mondiale di Mani tese non sembra soddisfatta dagli sviluppi tedeschi. “Non si va al di là della conferma di promesse già prese e di nuovi impegni troppo vaghi e difficili da rispettare” si legge in una nota. Rispetto alle promesse fatte a Gleneagles, i paesi del G8 sono già in ritardo di otto miliardi e, sottolinea Antonio Tricarico, “tra i paesi più irresponsabili c’é purtroppol’Italia”. “La nuova promessa fatta dal G8 non risponde neanche quindi agli impegni sottoscritti a Gleneagles nel 2005 per raggiungere l’Accesso Universale alle cure. Siamo di nuovo di fronte ad un Vertice che presenta soluzioni insufficienti senza dare spiegazioni di quando e come le metteranno in pratica” dice dalla Germania Sergio Marelli, presidente dell’Associazione delle ONG italiane.

Misna