Toscana

SOMALIA, INTENSI COMBATTIMENTI; EVACUATO OSPEDALE ‘SOS KINDERDORF’, COLPITO UN REPARTO

“I soldati etiopi sono di fronte ai nostri cancelli dove sono in corso intensi combattimenti. L’ospedale è stato ormai completamente abbandonato. L’evacuazione dei circa 200 feriti che avevamo ricevuto nei giorni scorsi è iniziata stamani alle 06:00 ed è terminata già da qualche ora. Nella struttura non rimane più nessuno”: lo ha detto alla MISNA Claudio Croce, direttore dei programmi di Sos Kinderdorf in Somalia e Somaliland, contattato stamani telefonicamente in Kenya. La struttura sanitaria del complesso Sos di Mogadiscio, che ospita un centro per bambini e un ospedale pediatrico, nei giorni scorsi era stata aperta ai feriti di guerra per cercare di tamponare l’emergenza in corso nei quartieri nord della capitale somala, epicentro delle violenze, soprattutto alla luce del fatto che altri ospedali dell’area erano stati costretti a chiudere, a causa dei combattimenti dei giorni precedenti. Nelle ultime ore, in quello che fino a qualche giorno fa era l’unico ospedale dedicato ai bambini della città, erano rapidamente arrivati circa 200 feriti, provenienti soprattutto dallo Shifo Hospital, chiuso in seguito ai violenti scontri tra insorti e soldati etiopi.

Ma da ieri i combattimenti si sono pericolosamente avvicinati anche al Sos Kinderdorf. “Ieri numerosi razzi sono caduti sull’ospedale. Quasi tutti sono caduti in spazi aperti, tranne uno che ha centrato in pieno un reparto dell’ospedale dove si trovavano 20 feriti. Non sappiamo quante persone siano morte e quante siano riuscite a sopravvivere” aggiunge alla MISNA il direttore di Sos Kinderdorf. Già in mattinata fonti della MISNA avevano parlato di almeno una decina di feriti e tre morti. Il bilancio però si riferiva soprattutto ai passeggeri di un minibus che, al momento dell’esplosione, transitava sulla strada che divide l’ospedale dal complesso per bambini. Il Villaggio dei bambini Sos di Mogadiscio è nato nel 1985 e l’ospedale, con reparti di maternità, pediatrica e impegnato in altri servizi umanitari, ha aperto nel 1989. Sia nel corso dei combattimenti del 1991, che portarono alla caduta del dittatore Siad Barre, che durante tutta la successiva guerra civile, l’ospedale non era mai stato colpito dai missili.

Nel 2003 la struttura, gestita sul posto dalle suore italiane missionarie della Consolata, aveva anche aperto una scuola per infermieri, che proprio quest’anno aveva portato i primi diplomati. Una delle insegnanti di questo corso era suor Leonella Sgorbati, la missionaria italiana uccisa lo scorso settembre da ignoti mentre attraversava la strada che divide l’ospedale e il Villaggio dei bambini.

Misna