Toscana

NIGERIA, LIBERATI I DUE TECNICI DELL’AGIP

“Ho parlato quasi due ore al telefono con mio marito, dalle 5 alle 7… sta bene… ci siamo detti tante, tantissime cose. Credo che arrivera’ qui domani e a Gela sarà festa grande”: Angela Fiaccabrino, moglie di Francesco Arena, 54 anni, uno dei tecnici dell’Agip – l’altro è Cosma Russo, 55 anni, di Bernalda (Matera) – rapiti il 7 dicembre scorso e liberati nella notte, per la gioia è stata sveglia fino a stamani.

La prima notizia della liberazione, secondo la ricostruzione dei fatti possibile finora, sarebbe stata data da un giornalista dell’agenzia di stampa inglese Reuters, che si trovava sul posto insieme ad altri colleghi, tra cui l’italiano Massimo Alberizzi, inviato del “Corriere della Sera”, che avrebbero tutti partecipato alla felice “spedizione” conclusiva della vicenda. Meno di mezz’ora dopo è giunta la conferma ufficiale del Ministero degli Esteri, in particolare attraverso l’Unità di crisi. All’inizio della settimana, il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo si era impegnato con il presidente del Consiglio Romano Prodi ad “adoperarsi anche personalmente” per la liberazione e Prodi aveva potuto parlare di fatti “incoraggianti”.

Russo e Arena erano stati presi in ostaggio insieme con un altro italiano, Roberto Dieghi, liberato il 17 gennaio per motivi di salute, e il libanese Imad Saliba, rilasciato il 21 febbraio. Il Movimento per la liberazione del Delta del Niger (Mend), che si batte per una più equa distribuzione dei proventi del bacino petrolifero del Delta del Niger e per un disinquinamento dell’area, ha annunciato che la sua azione non è conclusa e che ha in programma la cattura di altri ostaggi e altri attacchi contro impianti petroliferi nello stato nigeriano di Bayelsa, a cominciare forse da quelli gestiti dall’Eni.

Jomo Gbomo, portavoce del Mend, che ha mantenuto stretti e intensi contatti con i mezzi d’informazione internazionali, soprattutto attraverso la posta elettronica, ha detto che non sono state formulate richieste di riscatto e ha insistito sulla natura politica e sociale delle iniziative del movimento. Nel Delta del Niger esiste un giacimento di greggio scoperto negli anni ’50 che, secondo le stime, sarebbe pari a circa 35 miliardi di barili, e uno di gas stimato a poco meno di tre miliardi di metri cubi. Ottavo produttore di petrolio del mondo, la Nigeria è lo stato africano più popoloso con 130 milioni di abitanti; nonostante la ricchezza petrolifera, tra i 65 e i 70 milioni di persone vivono con meno di un euro al giorno. Le elezioni politiche, in programma ad aprile, hanno di recente acuito le tensioni a più livelli e il Mend cerca probabilmente di porre le basi di un diverso rapporto con chi verrà eletto questa primavera. “Adesso ci stiamo preparando per partire per Roma e non vediamo l’ora di riabbracciarlo”: nel dirlo all’agenzia Ansa da Bernalda, Anna Maria Carella, moglie di Cosma ‘Mimmo’ Russo precisa di aver parlato già due volte al telefono con il marito e aggiunge: “Io e miei figli siamo al settimo cielo per questa stupenda notizia”. In una nota della Farnesina, il ministro degli Esteri Massimo D’Alema, esprimendo la sua soddisfazione per la conclusione positiva della vicenda, sottolinea il personale e continuo interessamento del presidente del Consiglio, Romano Prodi, che a più riprese ha richiesto al presidente nigeriano Olusegun Obasanjo la collaborazione necessaria nella delicata vicenda e ringrazia il governo nigeriane per “l’atteggiamento costruttivo e operativo” durante tutta la durata del sequestro.

Manifestando “il suo più alto plauso a quanti hanno efficacemente e incessantemente operato per ottenere la liberazione”, il capo della diplomazia italiana ha specialmente ringraziato il vice-ministro Franco Danieli, che ha la delega per gli italiani all’estero. “per l’impegno profuso nel conseguimento del risultato, nonché l’Unità di crisi della Farnesina, le strutture e la dirigenza dell’Eni e il Sismi, con cui il ministero degli Esteri ha sempre operato in stretto coordinamento”. Esprimendo “fiducia” che “si possa arrivare quanto prima” a sviluppi positivi, Elisabetta Belloni, responsabile dell’Unità di Crisi della Farnesina, l’8 marzo aveva già detto: “ Ci sono trattative in corso, in strettissimo raccordo con l’Eni, in un rapporto costruttivo di collaborazione”.

Anna Maria Russo ha intanto offerto stamani al ‘Tg1” un altro piccolo squarcio di felicità non solo familiare: “Prima del giorno della Festa del Papà dovevano essere a casa, l’ho detto anche alla Belloni che ha risposto ‘signora, se è così vengo insieme a lei a prenderlo sotto l’aereo”. Nella sua nota, D’Alema ha anche sottolineato “l’atteggiamento responsabile assunto da molti organi di stampa nella divulgazione di notizie riguardante il sequestro”.

Il senatore Franco Danieli ha ricordato che “in questi mesi il governo, il ministero degli Esteri, l’Unita’ di Crisi della Farnesina e tutti gli apparati operativi a Roma e in Nigeria hanno lavorato con determinazione e rigore per arrivare a questo risultato. Siamo impegnati ora con la stessa determinazione per arrivare quanto prima all’auspicata liberazione di Daniele Mastrogiacomo“, l’inviato della ‘Repubblica’ sequestrato in Afghanistan che in un video diffuso ieri sembra essere in buone condizioni. Come ha detto anche a “Rainews24”, il canale di notizie continue della Rai, Danieli auspica che “superata la fase di passaggio dei poteri in Nigeria sia possibile realizzare condizioni diverse nell’area, con maggiore attenzione alle esigenze delle popolazioni locali… positivo lo stesso impegno espresso dall’Eni nel sostenere interventi concreti a tutela dell’ambiente, e per contribuire a realizzare strutture sociali e sanitarie in favore delle popolazioni del Delta del Niger”. In una nota diffusa poco fa, l’Eni “desidera ringraziare sentitamente le autorità nigeriane centrali e federali, la Presidenza del Consiglio Italiana, il ministero degli Esteri e l’Unità di crisi della Farnesina per il grande e proficuo lavoro svolto in questi mesi per addivenire alla positiva soluzione per tutti e quattro i lavoratori rapiti il 7 dicembre a Port Harcourt” e “ribadisce che non è stato pagato nessun riscatto per la liberazione dei cittadini italiani”. (Misna)