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MEDIO ORIENTE, CISGIORDANIA: ISRAELIANI SI RITIRANO DA NABLUS

L’esercito israeliano ha ritirato il grosso delle truppe dispiegate nei giorni scorsi nella città di Nablus, nord della Cisgiordania, dove domenica Tel Aviv aveva lanciato la più grande operazione militare degli ultimi mesi. Secondo fonti palestinesi, tra ieri sera e l’alba di oggi la quasi totalità delle forze dispiegate dall’esercito israeliano negli ultimi giorni ha lasciato la città, dove le forze di Tel Aviv avevano fatto incursione alla ricerca – secondo fonti delle forze armate di Israele – di alcuni miliziani palestinesi sospettati di organizzare nuovi attentati suicidi e di depositi di armi. Dopo aver trascorso quasi tre giorni confinati nelle loro abitazioni, a causa del coprifuoco imposto dagli israeliani, i 30.000 abitanti di Nablus stamani sono stati invitati dal sindaco a riprendere le loro normali attività, a cominciare dalle scuole riaperte dopo la chiusura forzata.

L’esercito israeliano non ha tuttavia confermato la fine dell’operazione e a Nablus sono in molti a ritenere che i militari potrebbero tornare nelle prossime ore. Secondo le informazioni a disposizione, l’operazione si è conclusa con l’arresto di cinque persone (tra cui non si troverebbero i sei ‘super ricercati’ obiettivo principale dell’incursione) e la morte di un palestinesi di 41 anni, Anan al-Tibi, ucciso con un colpo al collo durante un raid compiuto ieri pomeriggio nella Casbah, la città vecchia di Nablus. Ieri l’ufficio del presidente palestinese Mahmud Abbas aveva definito l’incursione israeliana a Nablus “un’aggressione scandalosa” e in una nota aveva sottolineato come l’operazione rappresentasse un ostacolo “a tutti gli sforzi in corso per arrivare alla pace”. Anche il primo ministro di Hamas, Ismail Haniyeh, ha condannato “l’attacco criminale a Nablus”, effettuato per minare gli sforzi per la formazione di un governo di unità nazionale.Misna