Toscana

IRAQ, DOMENICA DI SANGUE, FALLIMENTO DELL’OPERAZIONE «IMPORRE LA LEGGE»

E’ stata una domenica atroce in Iraq: nel quartiere Jadida (nuova Baghdad) due autobomba nel pomeriggio hanno ucciso 63 persone e ne hanno ferite più di 130, tra cui molte e donne e bambini che si trovavano in un mercato; un cecchino all’alba aveva ucciso tre persone nel quartiere centrale di Fadhel; altre due vittime e otto feriti, per lo più civili a causa di un auto’kamilaze’ a Sadr City; in uno scontro tra militari inglesi e miliziani non meglio identificati, altre tre vittime nel sud a Bassora. Circa 24 ore prima il primo ministro iracheno Nuri al Maliki aveva pubblicamente sventolato il “brillante successo” dell’operazione ‘Imporre la Legge’, avviata mercoledì scorso con rastrellamenti, perquisizioni e posti di blocco congiunti iracheno-americani; era seguita sabato una comunicazione di una portavoce militare iracheno, il generale Qassim Moussawi, secondo il quale gli attentati e le violenze in pochi giorni erano state ridotte dell’80%; qualche ora prima dello scoppio delle autobomba, un altro ufficiale iracheno, Abboud Qanbar, aveva guidato i giornalisti in un sopralluogo che tendeva a dimostrare le nuove condizioni di sicurezza, proprio nei pressi del mercato in cui poco dopo morivano soprattutto donne e bambini.

Intanto, con l’aiuto di consulenza dei servizi di “intelligence”, il New York Times pubblicava in prima pagina notizie in bae alle quali, in Iraq come in Afghanistan, era in corso una strategia contro gli elicotteri americani; dal 20 gennaio, ne sarebbero caduti, presumibilmente abbattuti, non meno di sette, l’ultimo ieri in Afghanistan con otto vittime. Il senatore democratico statunitense Harry Reid diceva intanto in un’intervista televisiva che la guerra in Ira è stata un errore anche più grande della guerra in Vietnam. E altri esponenti politici americani si associavano, in altre interviste televisive della domenica, allo stesso punto di vista. I democratici, che sono riusciti a far approvare alla Camera ma non al Senato una mozione contro la politica di guerra del presidente, hanno intanto annunciato nuove iniziative di legge per limitare i poteri militari presidenziali. Misna