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Terra Santa: Ccee, i vescovi dell’Holy Land Coordination tra i rifugiati in Giordania

C'è anche mons. Rodolfo Cetoloni, vescovo di Grosseto, a rappresentare i vescovi italiani, nella delegazione dell'Holy Land Coordination che dal 7 al 14 gennaio visiterà Gaza, Betlemme e la Giordania. Quest'anno la delegazione di vescovi si incontrerà anche con i profughi e rifugiati accolti in Giordania.

«Ritornare in Terra Santa dopo l’Assemblea plenaria del Ccee vuole essere un segno ed una risposta alla promessa fatta alle comunità visitate nel settembre scorso: quella di non abbandonarle, e di mostrare la continua premura della Chiesa in Europa per le comunità cristiane in Terra Santa»: così monsignor Duarte da Cunha, segretario generale del Ccee, commenta l’annuale visita alle comunità cristiane di Terra Santa dei vescovi dell’Holy Land Coordination (Hlc 2016) che quest’anno si svolgerà tra Gaza, Betlemme e Giordania dal 7 al 14 gennaio. Mons. da Cunha, che rappresenta il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa in senso all’Hlc, auspica che questa visita possa essere «un segno ed un invito alle nostre comunità europee a riprendere i pellegrinaggi che non solo permettono una ripresa dell’economia locale necessaria per lo sradicamento della povertà, nutrimento per il progredire dei fondamentalismi, ma è anche e soprattutto lotta contro l’isolamento, contro l’indifferenza». Nell’anno della Misericordia, indetto da Papa Francesco, aggiunge il segretario del Ccee, «vogliamo portare alle comunità che visiteremo, e in particolare ai rifugiati in Giordania il nostro messaggio di misericordia, attraverso la testimonianza della nostra vicinanza nell’ascoltare le loro gioie e le loro speranze, le loro sofferenze e le loro angosce, per abbattere il muro d’indifferenza troppo spesso innalzato di fronte a quest’umanità ferita».

L’incontro con i rifugiati in Giordania e quanti soffrono del clima di conflitto e d’instabilità̀ politica ed economica della regione sarà al centro della visita di quest’anno. I vescovi europei, nord-americani e sud-africani saranno due giorni a Gaza, dove incontreranno la piccola comunità cristiana locale, visiteranno la scuola gestita dalle Sorelle del Santo Rosario e vari altri progetti volti ad aiutare la popolazione locale dopo il conflitto del 2014. Successivamente i vescovi incontreranno la comunità di Beit Jala, recentemente provata dalle conseguenze che sta recando la confisca di alcuni loro terreni per la costruzione del muro di separazione nella Valle di Cremisan, per poi trasferirsi in Giordania dove rivolgeranno la loro attenzione ai rifugiati, fuggiti per lo più dalle situazioni di conflitto in Siria e in Iraq.

Della delegazione fanno parte una quindicina di Vescovi, alcuni sacerdoti e laici provenienti da diocesi europee ed occidentali. A rappresentare la Conferenza episcopale italiana ci sarà mons. Rodolfo Cetoloni, vescovo di Grosseto. Questa visita, che si ripete annualmente nel mese di gennaio ormai dai primi anni del 2000, dopo lo scoppio della seconda Intifada, è nella linea da tempo portata avanti dalle Chiese di varie zone del mondo per assicurare vicinanza ed aiuti ai cristiani della Terra Santa e del Medioriente in genere. Mons. Cetoloni aveva già fatto parte della delegazione nei primi anni duemila, adesso vi ritorna a nome della Cei per poi informare, al suo ritorno, la segreteria sulla situazione in atto e sul tipo di aiuti di cui ci sarà bisogno.

Il legame del vescovo Rodolfo con la Terra Santa e il Medioriente è molto forte. E’ nato negli anni ’70 quando da giovane frate francescano fu inviato a Gerusalemme per completare la sua formazione e i suoi studi in Teologia, ottenendo la Licenza. A Gerusalemme p. Rodolfo fu ordinato sacerdote il 26 giugno 1973. Da allora il rapporto con la Terra Santa è andato rafforzandosi sia attraverso la promozione di pellegrinaggi, in uno dei quali, nel 2000, fu raggiunto dalla notizia che papa Giovanni Paolo II lo aveva eletto vescovo, sia nell’impegno in progetti di cooperazione e di sostegno ai cristiani del Medioriente. Impegno che si è concretizzato soprattutto attraverso la Fondazione Giovanni Paolo II, onlus per il dialogo, la cooperazione e lo sviluppo, che porta avanti da anni progetti finalizzati ad evitare la fuga dei cristiani perseguitati o in difficoltà dai luoghi santi attraverso l’aiuto dall’occidente, e poi con l’associazione Amici di Betlemme di cui è presidente.

«Parto sentendomi addosso tutta la responsabilità di rappresentare la Chiesa italiana all’interno della delegazione e tra i fratelli cristiani – commenta il Vescovo – Parto anche con gioia, la stessa gioia che provo ogni volta che ho la possibilità di toccare quei luoghi santi, dove sono le radici della nostra fede e della storia dell’umanità tutta. Parto infine consapevole che la situazione in Terra Santa è di nuovo difficile e attraversata dal dolore, ma proprio per questo c’è bisogno che i cristiani sentano tutto il sostegno, la fraternità, la vicinanza e la premura dei loro fratelli di occidente».