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SOMALIA, ESPUGNATA DA FORZE GOVERNATIVE LOCALITÀ RAS KAMBONI NEL SUD

La località di Ras Kamboni, nell’estremità meridionale della Somalia a ridosso del confine con il Kenya, sarebbe stata presa dalle forze governative con l’appoggio militare dell’Etiopia, dopo giorni di intensi combattimenti: lo hanno detto il ministro della Difesa del governo di transizione somalo (Tfg), Barre ‘Hirale’ Aden Shire, e un portavoce dello stesso esecutivo.

Da giorni – come confermato alla MISNA anche da testimoni locali – erano in corso violenti scontri nella zona, che avrebbero provocato un numero imprecisato di vittime civili, ma anche forti perdite tra Corti islamiche, milizie governative e soldati etiopici. La località di Ras Kamboni sarebbe ‘caduta’ ieri sera, dopo cinque giorni di scontri; la zona era stata bombardata a partire da lunedì scorso sia dagli americani che dai ‘Mig’ di Addis Abeba.

Ieri sera una fonte della società civile somala contattata a Chisimaio (Kismaayo), principale porto del sud della Somalia, aveva riferito alla MISNA di “continui sorvoli di aerei militari e cargo” in arrivo e partenza da Chisimaio; oltre 250 profughi provenienti da Ras Kamboni erano già arrivato nei giorni scorsi in questa città a bordo di due imbarcazioni per sfuggire ai violenti combattimenti e nel timore di nuovi bombardamenti. Gli Usa giustificano il loro contestato attacco aereo con la necessità di colpire presunte basi della rete terroristica di al-Qaeda in Somalia, ma Washington ha ammesso di non aver ucciso finora nessuno dei tre ricercati (nemmeno il comoriano Fazul Abdullah Mohamed dato per morto mercoledì scorso), che peraltro da anni erano attivi in Somalia. Secondo alcune fonti di stampa, nella zona sarebbero attive anche truppe di terra Usa, ma mancano riscontri indipendenti. Misna