Toscana

IRAQ, RIPRENDE PROCESSO SENZA SADDAM, CONTINUA LA VIOLENZA

Si riapre oggi il processo sulla strage dei curdi in Iraq, in cui si stima morirono tra le 100.000 e le 180.000 persone, ma alla sbarra non compare tra gli imputati, Saddam Hussein, giustiziato il 30 dicembre per aver ordinato l’uccisione di 147 sciiti nella città di Dujail. Con l’uscita di scena dell’ex-rais, la cui esecuzione ha sollevato critiche dai sostenitori dell’abolizione della pena di morte e da coloro che avrebbero voluto vedere completati tutti i procedimenti penali contro l’ex dittatore, restano sei funzionari dell’ex regime a rispondere del ‘operazione Anfal’ (bottino di guerra) condotta tra il 1986 e il 1988 contro le popolazioni curde anche con l’uso di armi chimiche. Tra gli accusati anche il cugino di Hussein, Ali Hassan al-Majid, chiamato anche ‘Ali il chimico’. Gli imputati sostengono che la campagna di sterminio fu una operazione legittima contro per evitare una ribellione e per scoraggiare i curdi dal cooperare con il nemico durante la guerra Iran-Iraq. Gli altri due imputati condannati a morte con Saddam Hussein per la strage di Dujail saranno impiccati entro questa settimana, hanno ribadito le autorità irachene. Intanto non accenna a migliorare il clima di violenza nel paese. Potrebbero essere 15 le vittime e altrettanti i feriti per un’imboscata condotta da uomini armati contro un autobus carico di lavoratori proveniente dal sobborgo sciita di Amriya e diretto verso l’aeroporto di Baghdad; il ministero dell’Interno ha confermato l’attacco ma riferisce di 4 vittime e nove feriti.