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SOMALIA, PRESIDENTE YUSUF ALLE PORTE DI MOGADISCIO, MOVIMENTI DI TRUPPE VERSO SUD

“La Somalia non diventerà come l’Afghanistan o l’Iraq”: lo ha detto il presidente del governo di transizione somalo, Adbullahi Yusuf, nel corso di una breve conferenza stampa tenuta ieri a Baidoa, la città nel sud della Somalia sede delle istituzioni di transizione, al termine dell’incontro avuto col ministro degli Esteri etiope Siyoum Mesfin. Dopo aver ringraziato l’Etiopia per il sostengo fornito al governo nel prendere il controllo del paese, Yusuf ha sottolineato che l’esecutivo da lui guidato gestirà d’ora in avanti la situazione e, se ve ne sarà bisogno, chiederà ai paesi africani aiuto nel garantire la sicurezza.

Come previsto, in mattinata il presidente Yusuf è arrivato, a bordo di un elicottero dell’esercito etiope, ad Afgoye, una ventina di chilometri ad ovest di Mogadiscio. Ad accoglierlo il primo ministro Ali Mohamed Gedi, reduce da un ingresso trionfale ieri nella capitale somala. Il capo di Stato ha fatto sapere di voler recarsi a Mogadiscio, ma avrebbe escluso che la visita possa svolgersi oggi, come ieri avevano indicato alla MISNA fonti locali. La situazione a Mogadiscio, intanto, continua ad essere tranquilla, le strade, presidiate dalle truppe del governo di transizione e dai loro alleati etiopi, si stanno lentamente rianimando anche se gran parte degli uffici, dei mercati e dei negozi continuano ad essere chiusi in occasione della odierna ‘Festa del Sacrificio’.

Ma a Mogadiscio insieme al governo sono tornati anche i cosiddetti ‘signori della guerra’, i capi clan che per 15 anni hanno ‘governato’ e alimentato il caos somalo e che lo scorso giugno erano stati cacciati dalla città dai miliziani delle Corti Islamiche. Uno dei principali signorotti della capitale, Mohamed Qanyare Afrah (che riveste anche il ruolo di deputato nel parlamento di transizione), è tornato ieri nella sua residenza e, parlando con la stampa locale, ha chiesto che le milizie dei ‘signori della guerra’ vengano integrate in un nuovo esercito nazionale.

Ma la guerra tra governo e Corti non è ancora finita. La MISNA ha appreso da fonti locali che un numero di mezzi corazzati etiopi ha lasciato Mogadiscio nelle ultime ore diretto a sud, sulla strada che conduce a Kismaayo e a Jilib, dove si ritiene si siano asserragliati i vertici delle Corti Islamiche e i miliziani a loro fedeli. Soldati etiopi e forze governative avrebbero preso ieri, senza colpo ferire, il controllo della città di Buale, nella regione del Medio Juba, a sud di Mogadiscio, e starebbero proseguendo verso sud. Contemporaneamente, riferiscono sempre fonti locali, nella zona di Kismaayo sarebbero in movimento anche le forze del ministro della Difesa, Barre Hirale, ed ex-uomo forte dell’intera regione, prima che, lo scorso settembre, venisse cacciato dalle Corti. Proprio Kismaayo, nelle prossime ore, potrebbe essere teatro di nuovi scontri.Misna