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SOMALIA, PRIMO MINISTRO: DA DOMANI LEGGE MARZIALE; KENYA CHIUDE FRONTIERA

“Questo paese ha conosciuto l’anarchia e tutti noi abbiamo bisogno di fermezza per ristabilire la sicurezza, in particolare per quanto riguarda le milizie indipendenti”: lo ha detto ieri il primo ministro somalo Ali Mohamed Gedi annunciando, a partire da sabato, la proclamazione della legge marziale sul territorio nazionale per un periodo di tre mesi. Gedi ha parlato alla stampa nel suo villaggio di origine, Mundul Sharev, una quarantina di chilometri da Mogadiscio, dove ieri le truppe governative appoggiate dai soldati etiopici sono entrate dopo la ritirata dei miliziani delle Corti islamiche. Il capo del governo di transizione (Tng), sostenuto dalla comunità internazionale, ha anche promesso che le istituzioni provvisorie, create nel 2004, si installeranno a Mogadiscio “il più presto possibile”.

Intanto, sul fronte dei combattimenti, il primo ministro etiopico Meles Zenawi ha fornito un suo nuovo bilancio parlando di “2.000-3.000 morti tra le milizie delle Corti islamiche e i loro alleati e dai 4.000 ai 5.000 feriti”; nessuna informazione è stata fornita da Zenawi sulle perdite del fronte lealista. Riguardo al caos scoppiato a Mogadiscio dopo il ritiro delle Corti, il primo ministro etiope l’ha attribuito ai miliziani, alcuni dei quali hanno reso le armi agli anziani dei clan di appartenenza, affidandosi alla loro mediazione: “Hanno distribuito fucili ai giovani, persone senza un lavoro, per fare danni. Sono questi giovani disoccupati che hanno partecipato ai saccheggi”.

Il governo keniano ha chiuso oggi il confine con la Somalia per prevenire possibili infiltrazioni di miliziani delle Corti Islamiche che, dopo essere fuggiti da Mogadiscio, avrebbero trovato riparo proprio nell’estremo sud della Somalia a ridosso del confine col Kenya. Lo scrive oggi la stampa keniana, precisando che lungo tutto il confine tra i due paesi del Corno d’Africa il governo di Nairobi ha dispiegato migliaia di soldati in assetto da guerra e poliziotti, ma anche squadre delle unità speciali anti-sommossa. Soldati e ed elementi della polizia amministrativa delle province di confine stanno pattugliando da ieri i 1500 chilometri di frontiera comune.

Le autorità keniane hanno fatto sapere che verrà consentito l’accesso ai rifugiati somali in fuga dai combattimenti ma che l’ingresso in territorio keniano potrà avvenire solo in alcuni valichi di frontiera, dove, sono state dispiegate poliziotti e funzionari del dipartimento immigrazione per controllare ogni singola persone in entrata. Secondo le informazioni raccolte, i valichi di Liboi e Mandera sono ancora aperti, quelli dei distretti di Garissa e Ijara sono in stato di massima allerta, mentre quelli di Biif e Bagahale (distretto di Wajir) sono stati completamente sigillati.

Indiscrezioni in circolazione a Mogadiscio sostengono che i vertici delle Corti Islamiche e le centinaia di fedelissimi miliziani fuggiti con loro da Mogadiscio nella zona di Kismaayo (la grande città dell’estremo sud nel paese, che resta ormai l’unico centro abitato sotto il controllo delle Corti) avrebbero deciso di dividersi: alcuni sarebbero pronti a fuggire in Kenya, altri a nascondersi nella fitta boscaglia della Bassa Shabelle, altri ancora riparerebbero nell’isola di Ras-kamboni, la base storica del movimento. Intanto oggi aerei da guerra etiopi avrebbero sorvolato a bassa quota la città di Kismaayo, in quella che sembra un’operazione di ricognizione.Misna