Toscana

SOMALIA, SI ESTENDE IL CONFLITTO, CIVILI IN FUGA

“Stamattina, intorno alle cinque, siamo stati svegliati sa violentissimi bombardamenti. Le parti stanno usando artiglieria pesante e il rumore che stamani ci ha tirati giù dal letto era molto più forte dei colpi di mortaio a cui ci siamo abituati nei giorni scorsi”: lo hanno detto alla MISNA fonti locali da Bur Hakaba – il piccolo centro abitato che sorge sulla principale strada che collega Mogadiscio con Baidoa (60 chilometri a sud di questa) e che rappresenta la postazione più avanzata delle Corti in direzione della sede delle istituzioni di transizione- confermando i violenti combattimenti che, per il sesto giorno consecutivo, vedono coinvolti miliziani legati alle Corti Islamiche e forze fedeli al governo di transizione, appoggiate dai militari etiopi. Fonti locali confermano oggi l’estendersi del conflitto in varie zone del paese.

Mentre si continua a combattere su più fronti (Idaale, Daynunay, Gasarte) tutto intorno a Baidoa (sud-ovest della Somalia) – fonti delle Corti hanno annunciato oggi la presa di alcuni piccoli centri abitati a una dozzina di chilometri dalla sede del governo di transizione, che smentisce e parla di propaganda –, aerei da guerra dell’aviazione etiope sono entrati in azione stamani nel centro della Somalia a Beledwyne, località strategica controllata dalle Corti al confine tra Somalia ed Etiopia.

Secondo fonti locali i raid aerei sarebbero stati seguiti da un intervento di forze di terra e combattimenti sarebbero in corso da stamani sia a Beledwyne che a Bandiradley, sempre nel centro della Somalia. L’Etiopia oggi ha fatto sapere di aver sferrato un “contrattacco in Somalia”, senza precisare ulteriormente, ma confermando in parte le notizie relative all’intervento diretto dei soldati etiopi. Si tratta comunque di informazioni ancora abbastanza confuse e su cui è difficile trovare conferme indipendenti, visto che sia il governo somalo che le Corti sono impegnate in una vasta operazione di propaganda.

Incerto anche il bilancio di vite umane di sei giorni di conflitto e anche se mancano cifre ufficiali, svariate fonti concordano nel sostenere che vi sarebbero già state decine di morti e centinaia di feriti. Fonti locali confermano la fuga di numerosi civili dalle zone dei combattimenti e il loro coinvolgimenti negli scontri.Misna