Toscana

INDONESIA, DOPO ESECUZIONI DEI TRE CATTOLICI DISORDINI NELLA PROVINCIA D’ORIGINE DEI GIUSTIZIATI

Un numero imprecisato di feriti, un incendio appiccato all’abitazione di un funzionario pubblico, stazioni di polizia danneggiate, saccheggi e lanci di pietre hanno sconvolto in queste ultime ore il centro di Atambua, al confine tra la parte est e ovest dell’isola di Timor, nella provincia orientale di East Nusa Tenggara, a maggioranza cristiana; secondo una stazione radio locale, il vescovo Anton Pain Ratu e altri esponenti religiosi sono intervenuti per portare la calma e chiedere la rimozione dei blocchi stradali eretti da simpatizzanti di Fabianus Tibo di 60anni, Marinus Riwu di 48 e Dominggus da Silva di 42, giustiziati ieri per aver fomentato e guidato, secondo l’accusa, una ‘milizia cristiana’ in una serie di attacchi contro musulmani nel maggio 2000. I tre erano originari dell’isola di Flores, che fa parte della provincia.

Almeno un migliaio di persone sarebbe stato convogliato verso un’area alla periferia della città per ascoltare un appello alla calma pronunciato dal vescovo. “Una notizia tristissima e dolorosa: ogni volta che viene eseguita una pena capitale è una sconfitta per l’umanita” aveva detto ieri all’agenzia Ansa padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, commentando la notizia dell’esecuzione avvenuta ieri in Indonesia dopo un processo e una sentenza molto controversi.

“Spiace che gli sforzi fatti da varie organizzazioni, tra cui anche Sant’Egidio – aveva aggiunto padre Lombardi – non abbiano avuto successo”, ricordando che “anche il Papa era intervenuto con un appello”.

Varie organizzazioni umanitarie, tra cui ‘Amnesty International’, hanno severamente criticato lo svolgimento del processo e la correttezza della sentenza. “Siamo in un clima totale di illegalità, la gente ha paura di chiedere aiuto alle agenzie umanitarie, la situazione ad Atambua rischia di degenerare velocemente…”aveva detto all’agenzia di notizie religiose “Fides” monsignor Pain Ratu, pochi giorni dopo l’uccisione di tre appartenenti all’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Acnur) e di un indonesiano proprio ad Atambua. Misna