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SOMALIA, BAIDOA: FORTE ESPLOSIONE, SI AGGRAVA BILANCIO AUTOBOMBA

Sarebbe stata azionata con un telecomando a distanza l’autobomba che stamani ha provocato una violenta esplosione al passaggio del convoglio del presidente Abdullahi Yusuf Ahmed nei pressi del Parlamento di Baidoa, nel sud-ovest della Somalia, provocando la morte di almeno 11 persone secondo l’ultimo bilancio. La MISNA lo ha appreso da fonti locale contattate sul posto. “Ci sono decine di feriti e il numero delle vittime potrebbe aumentare ancora” ha detto un testimone, secondo cui la deflagrazione ha coinvolto almeno sette vetture, quasi tutte auto di scorta del presidente ad interim. Tra le vittime anche Abdisalam Yusuf Ahmed, fratello del presidente, ex-colonnello e capo della sua guardia personale.

Secondo il ministro degli Esteri somalo Ismail Mohamed Hurre, che si trova a Nairobi, sarebbero morti anche sei attentatori. “È la prima volta che in Somalia si verifica un attentato con un’autobomba” ha riferito oggi un’emittente radiofonica di Mogadiscio. La vettura imbottita di esplosivo – secondo alcune fonti le deflagrazioni sarebbero state due – si trovava in una strada tra l’ingresso dell’edificio che ospita il Parlamento di transizione – un ex-granaio riadattato all’inizio del 2006 per i lavori dell’Assemblea – e la residenza del presidente, a poche centinaia di metri. “Non sappiamo chi c’è dietro. È accaduto mentre il presidente stava parlando al parlamento” ha detto il portavoce del governo Abdrahman Mohamed Nur Dinari, citato da fonti internazionali.

Nessuno ha finora rivendicato l’attentato, anche se a Baidoa circolano alcune ipotesi, per ora prive di riscontri oggettivi. “Il compound dove vive Yusuf è presidiato dai soldati inviati dall’Etiopia e sorprende che queste forze straniere non siano state in grado di prevenire l’attacco” ha detto alla MISNA un deputato raggiunto per telefono a Baidoa. Altri avrebbero addossato la responsabilità dell’attentato a elementi legati alle Corti Islamiche al potere da giugno a Mogadiscio e in alcune zone del sud della Somalia; nelle scorse settimane le Corti avevano però preso parte a colloqui di pace con il governo somalo di transizione accettando il dialogo con le istituzioni di transizione per evitare un nuovo scontro armato. Misna