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MEDIO ORIENTE, LIBANO: RIENTRATA MAGGIORANZA PROFUGHI, TIMORI PER CASE DISTRUTTE E BOMBE INESPLOSE

Dopo quattro giorni dalla fine dei bombardamenti, la maggior parte degli sfollati, soprattutto quelli negli accampamenti di emergenza e quelli fuggiti oltre il confine siriano, hanno fatto rientro nei luoghi di origine; lo dice l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr), sottolineando la grande velocità con cui la popolazione libanese si è messa in moto.

L’Unhcr avverte anche che ora si apre la seconda fase dell’emergenza profughi: l’assistenza alle migliaia di persone che troveranno le proprie case distrutte. Più di 120.000 libanesi dei 180.000 fuggiti in Siria hanno nuovamente superato i valichi di frontiera e 10.000 hanno fatto ritorno per vie non ufficiali, dice l’organismo umanitario internazionale.

Riguardo agli sfollati interni, i funzionari dell’Onu non sanno dire con certezza se si siano messi in marcia anche tutti quelli accolti nelle case private, ma certamente in massa hanno lasciato i campi di emergenza allestiti nelle strutture pubbliche, come, ad esempio, quelli nelle aree di Metne e Kesrouane, nella periferia di Beirut, dove erano ammassate 62.000 persone e che ora sono vuoti.

Il Comitato della Croce Rossa Internazionale conferma il rientro dei profughi a Tiro, anche se ancora non ovunque funzionano acqua ed elettricità. La situazione è più seria nei villaggi e nelle cittadine più a sud dove il “livello di distruzione varia drasticamente da un posto all’altro”, si legge nella nota della Croce Rossa.

L’informazione più inquietante è quella sulla presenza di bombe inesplose: “A Tibnin – riferisce la Croce Rossa – la strada principale di un sobborgo residenziale è cosparsa di ordigni inesplosi lanciati negli ultimi giorni di combattimenti. Alcuni di questi dispositivi mortali sono sparsi davanti l’ospedale e l’ufficio locale della Croce Rossa libanese. Molti altri sono nascosti sotto le macerie dei palazzi crollati”.

Secondo stime diffuse dall’Unhcr, si calcola che durante il conflitto, ogni giorno 3.000 ordigni di ogni genere abbiamo colpito il Libano, e che nell’ultima fase dei combattimenti il numero sia raddoppiato; sulla base di esperienze in altri conflitti, si è visto che circa 10% delle bombe e dei proiettili resta inesploso sul terreno.

La Croce Rossa riferisce di avere già iniziato una campagna d’informazione tra la popolazione per avvertirla del pericolo. Dalle note inviate dagli organismi umanitari, si evince che Tiro sarà la nuova base per la raccolta di aiuti – soprattutto tende, cucine da campo, teli di plastica e coperte – da smistare a coloro che nelle località del sud non troveranno più le loro case. Convogli di cibo, medicine e carburante hanno raggiunto negli ultimi due giorni Jezzine, l’area di Beit Eddine, i villaggi intorno Tiro e quelli a Bent Jbail e Rmeish lungo la ‘Linea blu’ nonché i villaggi a sudovest di Marjayoun. Una delle priorità, riferisce la Croce Rossa, è la riparazione della rete idrica e sanitaria dove danneggiata.Misna