Toscana

MEDIO ORIENTE, DALLA CHIESA NUOVI APPELLI PER FERMARE LA GUERRA

“Sollecitate i governi, scrivete, fate qualsiasi azione, ma pregate, organizzate veglie di preghiera. Chiediamo l’aiuto di Dio: ormai viviamo aspettando un miracolo”: sono le parole con cui Rosette Héchaimé, coordinatrice delle Caritas del Medio Oriente attualmente a Beirut, dà la dimensione del dramma che si sta consumando in questi giorni in Libano e non solo. Il pressante invito alla mobilitazione lanciato da Beirut è contenuto in una nota diffusa oggi e in cui la Caritas italiana rilancia “l’appello affinché ogni sforzo sia fatto per impedire continue uccisioni e sofferenze di civili”.

Nella nota l’organismo cattolico sottoscrive la posizione di Vox, la federazione delle organizzazioni assistenziali cristiane di Gerusalemme, che riferendosi alle violenze che scuotono il Medio Oriente non parla solo di una “disperata situazione umanitaria in Libano e nei territori palestinesi” o della “delusione verso le grandi potenze che hanno permesso che la distruzione avanzasse”, ma chiede ai credenti di unirsi nella preghiera, come ultima risorsa per porre fine ad una tragedia che nessuno sembra in grado di fermare.

Intanto la conferenza episcopale uruguaiana in America Latina ha chiesto alla comunità internazione un urgente intervento umanitario in Libano dove avviene “la sofferenza lacerante di innumerevoli vittime innocenti”. “Ribadiamo il diritto dei libanesi alla integrità e sovranità del loro paese, il diritto degli israeliani a vivere in pace nel loro Stato e il diritto dei palestinesi ad avere una patria libera e sovrana” hanno comunicato in una nota i vescovi latinoamericani.

Da ieri, poi, si trova a Beirut monsignor Theodore McCarrik, arcivescovo di Washington, il quale ha effettuato una visita al centro della Caritas impegnato nell’assistenza di circa 100mila rifugiati. Questa visita vuole prima di tutto esprimere la solidarietà della chiesa cattolica ai profughi e ai feriti, ha affermato il presule che oggi incontrerà i leader delle comunità cristiane e musulmane dopo il colloquio con le massime autorità dello stato Libanese ovvero il premier Fuad Siniora, il presidente della repubblica Emile Lahoud e Nabih Berri, il presidente del parlamento.Misna