Toscana

MEDIO ORIENTE, TIRO: NUOVI RAID, NESSUNA SICUREZZA PER OPERATORI UMANITARI

“Da questa notte le forze armate israeliane hanno intensificato i bombardamenti sulla città di Tiro (sud del Libano) ancora in corso nella mattinata di oggi. L’aviazione si sta accanendo particolarmente contro la zona meridionale della città”: a parlare con la MISNA è una fonte religiosa contattata in città. I continui bombardamenti su Tiro, che da 48 ore è diventata uno dei principali bersagli dei raid dell’aviazione israeliana, visto che i vertici militari di Tel Aviv ritengono che proprio da questa zona partano molti dei razzi katyusha caduti su Haifa e sull’Alta Galilea, stanno complicando e impedendo soprattutto il lavoro degli operatori umanitari.

“A noi non viene garantita alcuna sicurezza e questo ci impedisce di raggiungere le zone più colpite” dice alla MISNA Sergio Cecchini, di Medici senza frontiere (Msf) giunto da poco a Beirut e destinato a Tiro, dove ieri un missile sparato dall’aviazione israeliana è caduto a pochi metri di distanza da un punto di distribuzione di aiuti messo in piedi dall’organizzazione non governativa.

Secondo le informazioni raccolte cresce di giorno in giorno la frustrazione di organizzazioni non governative e agenzie Onu che quotidianamente ricevono notizie di zone in cui si trovano intrappolati e senza assistenza da giorni (in alcuni casi dall’inizio del conflitto) centinaia di civili, ma che, a causa dei continui bombardamenti, o delle operazioni militari, non possono essere raggiunti.

“Stiamo ricorrendo ad un sistema di taxi per garantire il trasporto dei nostri soccorsi” dice a giornalisti il responsabile di Msf in Libano, Christopher Stokes. La conferma che la situazione a Tiro si stia facendo sempre più difficile arriva anche da fonti dell’arcivescovado greco-ortodosso contattate dalla MISNA, le quali sottolineano come molti abitanti della città, ma anche dei piccoli centri abitati che sorgono alla sua periferia meridionale, stiano fuggendo dalle bombe.Misna