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MEDIO ORIENTE, ISRAELE-LIBANO: UE CHIEDE TREGUA MA RESTANO DIVERGENZE ANCHE CON ‘G8′

Tutte le parti coinvolte nei conflitti in Medio Oriente creino “le condizioni per una sostenibile cessazione delle violenze”: è la richiesta dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea riuniti oggi a Bruxelles, contenuta in una bozza di conclusioni del Consiglio che sta cercando di trovare soluzioni diplomatiche per la fine dei combattimenti tra Israele e Hezbollah. “Riconoscendo le preoccupazioni per la sicurezza di Israele e il suo diritto legittimo all’autodifesa, l’Ue invita Israele a non agire in maniera sproporzionata e con misure contrarie al diritto internazionale umanitario” si legge ancora nella bozza del Consiglio che, dall’altro lato, invita i guerriglieri sciiti libanesi alla “cessazione di tutti gli attacchi contro i villaggi e le città di Israele”.

Stamani, mentre le incursioni aeree israeliane uccidevano almeno 23 persone in Libano e gli Hezbollah lanciavano nuovi razzi, i ministri degli Esteri europei ascoltavano Javier Solana, Alto rappresentante della Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, di ritorno dal Libano dove si era recato ieri in missione.

“Il primo compito è trovare un cessate il fuoco” ha detto un portavoce di Solana, ma i capi della diplomazia europei faticano a trovare una posizione comune, come pure gli stati membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu – che si riuniscono oggi a New York – e i cosiddetti ‘Otto grandi’ a San Pietroburgo, in Russia, per la conclusione del ‘G8′.

Intanto Solana ha già annunciato che probabilmente mercoledì partirà per una nuova missione in Medio Oriente. Per il vice-ministro degli Esteri tedesco Gernot Erler non vi è alternativa al cessate-il-fuoco, mentre il commissario agli Affari estere dell’Ue Benita Ferrero Waldner così e il segretario degli Esteri inglese Margaret Beckett sostengono che prima è necessario creare le condizioni sul terreno necessarie a sostenere una tregua. “È possibile che Ue ed Onu abbiano un ruolo di peacekeeping in Medio Oriente. Questa missione deve essere vista come parte di una soluzione a lungo periodo” ha affermato il ministro degli Esteri della Finlandia Erkki Tuomioja, che – in un blog sul sito web della presidenza di turno dell’Ue, detenuta da Helsinki – ha accusato Israele di applicare il principio “20 occhi per un occhio”. L’ipotesi di “un dispiegamento di una forza di sicurezza sotto l’egida dell’Onu nel sud del Libano” è sostenuta anche dal presidente del Consiglio italiano: “L’Italia – ha detto Romano Prodi – sostiene con convinzione questa possibilità ed è pronta a fare la sua parte”. Ma Israele è contraria: lo ha detto il ministro della Difesa Amir Peretz durante una visita nella città costiera israeliana di Nahariya, annunciando inoltre l’intenzione di Israele creare una “fascia di sicurezza” vietata alle milizie Hezbollah nel Libano meridionale.

Intanto il conflitto israelo-palestinese ha soppiantato qualsiasi altra crisi internazionale nell’agenda del ‘G8′ di San Pietroburgo: “In Iraq, ad esempio – scrive Giampiero Gramaglia dell’Ansa – ogni giorno la violenza settaria, che è la formula escogitata per non rischiare di dire che c’è una guerra civile, fa più morti di quanti non ne facciano attacchi Hezbollah e raid israeliani insieme. Ma nessuno, qui a San Pietroburgo, ne parla”. Emergono invece le prime divisioni sulla dichiarazione dei capi di stato e di governo diffusa ieri relativa alle crisi mediorientale: secondo il ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn “non va abbastanza lontano per molte persone”, mentre il suo omologo tedesco Bernard Bot la giudica “ben bilanciata”. Secondo Ahmed Aboul Gheit, capo della diplomazia egiziana, il documento mancherebbe di fermezza.

Il presidente francese Jeacques Chirac si è ulteriormente distanziato dalla posizione statunitense (per Bush è ‘importante’ il documento comune del ‘G8′), definendo “aberrante” l’attacco dello Stato ebraico contro il Libano. Secondo il quotidiano israeliano Maariv, sarebbero stati inoltre proprio gli Stati Uniti a chiedere in via ufficiosa al governo israeliano di “uccidere Nasrallah”, il capo degli Hezbollah.Misna