Toscana
UNGHERIA-SLOVACCHIA: I VESCOVI FIRMANO LETTERA DI PERDONO E RICONCILIAZIONE RECIPROCA PER GUARIRE FERITE DEL PASSATO
Nell’ambito dell’anno nazionale di preghiera per la riconciliazione, indetto dalla Conferenza episcopale ungherese (Ceu), ieri, 29 giugno, i vescovi della Conferenza episcopale slovacca e della Ceu hanno concelebrato una liturgia di riconciliazione nella basilica di Esztergom, con l’omelia di mons. Frantiek Tondra, presidente della Ces. Dopo il Vangelo sono state lette le due lettere fraterne sulla riconciliazione e collaborazione tra le due conferenze episcopali, firmate dai rispettivi presidenti.
Per la storica occasione Benedetto XVI ha inviato la sua benedizione apostolica, esprimendo apprezzamento per l’importante incontro, e auspicando che esso susciti rinnovato impegno nella promozione dei valori cristiani per il bene delle rispettive comunità. Nella sua lettera il cardinale Erdo ricorda la storia di più di mille anni che collega i due popoli, ricca di risultati positivi, come la diffusione e il consolidamento della fede, la fondazione di una civiltà attraverso il cristianesimo, ma anche di benedizioni e di successi nell’ambito delle scienze, dell’arte e dell’intera cultura cristiana. Allo stesso tempo, però, questa storia è stata spesso anche storia di sofferenze e sforzi comuni, non priva di controversie ed ingiurie, che hanno lasciato ferite nelle anime.
I vescovi ungheresi chiedono “misericordia e perdono di Dio per tutte le azioni compiute in questa regione contro qualsiasi persona a causa della sua appartenenza etnica, nazionale, culturale o della sua lingua. Ricordiamo specialmente addolorati i casi in cui alcuni ungheresi hanno causato ferite a persone e comunità slovacche. Allo stesso tempo rinnoviamo in noi il sentimento del rispetto e della riconciliazione, di quell’amore indulgente che anche il nostro popolo deve sentire per le ingiurie, personali e comunitarie, subite in certi periodi del passato. Perdoniamo e chiediamo perdono.” Così hanno risposto i vescovi slovacchi: “Con coerenza seria accogliamo la manifestazione pubblica di queste verità storiche, esprimendo la nostra gratitudine verso Dio e chiedendo la comprensione e la riconciliazione vicendevoli. Perciò, perdoniamo e chiediamo perdono”. “I cattolici dei due Paesi vicini ammettono di essere uniti in Cristo.