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MEDIO ORIENTE, SCONTRI TRA AL FATAH E HAMAS, ABU MAZEN SCHIERA APPARATI SICUREZZAARATI SICUREZZA

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen, ha ordinato all’apparato di sicurezza di Al Fatah di garantire la legalità in tutta la Striscia di Gaza e di prendersi cura dell’incolumità dei dirigenti del movimento integralista Hamas.

La decisione è giunta al termine di una riunione tra Abu Mazen ed esponenti di Hamas e della Jihad Islamica: il presidente dell’Anp ha deciso di dispiegare in tutta la Striscia di Gaza, dove vivono circa 1,4 milioni di persone, l’intero apparato di sicurezza da lui presieduto per evitare che il movimento integralista al momento al potere schieri i suoi paramilitari e per prevenire nuovi scontri tra miliziani di Hamas e di Al Fatah, che ieri sono arrivati a spararsi contro utilizzando persino lanciagranate. In una ritorsione dei miliziani di Al Fatah per un attacco compiuto da quelli di Hamas, i primi hanno anche fatto irruzione nell’ufficio del primo ministro Ismail Haniye, a Ramallah, mettendolo a soqquadro. Con questa iniziativa Abu Mazen spera di riuscire a evitare la guerra civile e di preservare un clima di legalità in vista del referendum del prossimo 26 luglio.

Intanto, sul fronte israeliano si fa spazio un’idea, che il primo ministro Ehud Olmert potrebbe esporre ad Abu Mazen in occasione del loro incontro, che potrebbe svolgersi a fine giugno. Secondo il quotidiano ‘Haaretz’, Olmert vorrebbe proporre ai palestinesi la nascita di uno Stato di Palestina comprendente l’intera Striscia di Gaza e una parte della Cisgiordania. In quest’ultima, però, i confini non sarebbero definitivi ma provvisori, garantendo la permanenza delle forze di Israele lungo una linea al momento considerata strategica, permettendo così a Tel Aviv di conservare, almeno temporaneamente, il controllo di alcuni Territori cisgiordani occupati. Per Israele questo progetto potrebbe rappresentare un ‘piano di convergenza’ (modificato rispetto a quello inizialmente previsto da Olmert) che dovrebbe diventare la seconda fase d’implementazione della ‘Road map’ elaborata nel 2003 dal cosiddetto Quartetto (Unione europea, Stati Uniti, Onu e Russia).Misna