Attacchi e violenze sono proseguiti oggi in Iraq provocando un numero imprecisato di vittime, all’indomani dell’uccisione di almeno 21 civili sciiti tra cui molti studenti adolescenti fermati domenica a un finto posto di blocco da uomini armati presumibilmente sunniti a Udhaim, 120 chilometri a nord di Baghdad. Stamani altri quattro iracheni sono morti in diversi incidenti nella città nord-orientale di Baquba; tra loro anche il responsabile di un progetto per la costruzione di impianti idrici in un villaggio non lontano dalla città. A Baghdad uomini armati in uniforme della polizia hanno rapito decine di persone una cinquantina secondo fonti del ministro dell’Interno dopo aver preso d’assalto una stazione di autobus. Nella capitale, tra l’altro, un dipendente comunale è stato ucciso da uomini armati nel quartiere sunnita di al-Mansur, mentre nella zona orientale un impiegato del ministero dell’Industria è stata assassinato mentre si recava in ufficio. Cinque civili sono stati uccisi e 15 hanno riportato ferite per l’esplosione di colpi di mortaio su tre abitazioni a Ramadi, la roccaforte ribelle sunnita a ovest della capitale, secondo quanto hanno riferito fonti mediche locali. Nella città petrolifera di Kirkuk, nel nord, un agente di polizia fuori-servizio è morto per l’esplosione di un ordigno in una strada. Nella città di Mossul, nel nord, uomini armati a bordo di una motocicletta hanno aperto il fuoco contro un gruppo di poliziotti, uccidendone uno e ferendone altri quattro. A Baghdad stamani è anche ripreso il processo a Saddam Hussein e sette ex-gerarchi del regime per il massacro di 148 sciiti nel 1982 a Dujail, in rappresaglia per un fallito attentato contro dell’allora presidente. Misna