Toscana

SOMALIA, MOGADISCIO: PROSEGUONO COMBATTIMENTI, SALE ANCORA NUMERO VITTIME

“I combattimenti sono proseguiti tutta la notte, con un bilancio di oltre una ventina di morti, tra cui anche donne e bambini. Stanno continuando anche adesso, mentre vi parlo sento chiaramente vicino a noi ancora colpi di artiglieria”: lo ha detto poco fa alla MISNA il dottor Ali Mohalim Mohamed, vice-direttore dell’Ospedale Medina, una delle principali strutture sanitarie di Mogadiscio situata nella zona sud della città e distante pochi chilometri dall’epicentro degli scontri iniziati domenica tra la sedicente ‘Alleanza anti-terrorismo’ e le milizie legate alle cosiddette Corti islamiche. “La nostra struttura è quasi al collasso, abbiamo 78 pazienti in condizioni gravi, ma manca personale e materiale sanitario” prosegue il medico. Le speranze di un ‘cessate-il-fuoco’ sono legate all’ennesimo tentativo di mediazione promosso da esponenti della società civile, anziani e intellettuali: “Anche in queste ore stanno lavorando per cercare un accordo, attendiamo di sapere l’esito” aggiunge il dottor Ali Mohalim Mohamed.

Secondo fonti locali, nella notte un colpo di mortaio ha centrato una casa nella zona di Huriwa, uccidendo sette persone e altre dieci vittime sarebbero state registrate nei quartieri di Yaqshid, Waharaade e Siisii; il bilancio complessivo dallo scoppio degli scontri supererebbe secondo alcuni media il centinaio di morti, ma per il momento è difficile avere conferme dal terreno. La situazione è grave soprattutto nell’area della bidonville di Siisii, dove erano cominciati gli scontri, nel settore nord di Mogadiscio, trasformata in un campo di battaglia, con molte case bombardate e centinaia di abitanti che si sono dati alla fuga.

Un gruppo di esperti delle Nazioni Unite, incaricati di monitorare l’embargo sulle armi in Somalia, ha riferito che le Corti islamiche starebbero avendo la meglio sulla cosiddetta ‘Alleanza per la restaurazione della pace e contro il terrorismo’ (Arpct) che si ritiene sia sostenuta dagli Stati Uniti. In un rapporto inviato ieri sera al Consiglio di sicurezza Onu, si legge che l’Arpct “sarebbe stata considerevolmente ridimensionata” e che i miliziani islamici controllerebbero ormai “circa l’80% di Mogadiscio”.Misna