Toscana

IRAQ, DENUNCIATI NUOVI ABUSI SU DETENUTI, ANCORA ATTENTATI A BAGHDAD

Nuovi episodi di abusi e torture in sei carceri sono stati scoperti a febbraio da ispettori statunitensi e iracheni, ma solo una piccola parte di prigionieri che presentavano evidenti segni di maltrattamenti, come spalle slogate o frustate, sono stati trasferiti in luoghi sicuri: lo scrive oggi il Washington Post, sostenendo che le truppe Usa avrebbero sostanzialmente disatteso la direttiva per fermare trattamenti disumani sui reclusi emessa lo scorso novembre dal capo di stato maggiore delle forze americane, Peter Pace, dopo il ritrovamento di 173 detenuti torturati in un bunker di Baghdad. “Ci dicono, «se ci lasciate qui, ci uccideranno»” ha dichiarato al quotidiano un funzionario iracheno coperto dall’anonimato che ha visitato le strutture penitenziarie. Il generale John D. Gardner, capo dei centri di detenzione in Iraq, ha tuttavia smentito “l’affermazione secondo cui gli americani assistono a casi di abusi e non fanno niente”. Intanto anche oggi sul terreno la giornata ha registrato attentati e violenze con un bilancio, ancora provvisorio, di 12 civili uccisi e diverse decine di feriti: nella sola Baghdad sono esplose quattro auto-bomba, due quasi simultaneamente di fronte a un ingresso dell’università Mounstansiriyah, dove un kamikaze si è fatto anche saltare in aria tra gli studenti, provocando almeno due morti e una ventina di feriti. Un’altra vettura imbottita di esplosivo è deflagrata davanti alla caserma di polizia nella piazza al Tahariat provocando otto feriti, secondo l’agenzia irachena ‘Nina’. Sei persone sono state uccise nel quartiere meridionale di Doura, sempre nella capitale, da uomini armati non identificati; esplosioni e combattimenti con vittime sono avvenute anche nei rioni di al-Baya e Mansour.

A Mahmoudiya, 30 chilometri a sud di Baghdad, tre civili e sei poliziotti sono stati feriti da una bomba al passaggio di una pattuglia delle forze dell’ordine.

Stamani Saddam Hussein è intanto tornato in tribunale per rispondere, insieme ad altri sette coimputati, del massacro di oltre 140 sciiti nel villaggio di Dujail negli anni ’80; i periti del tribunale hanno confermato l’autenticità della firma dell’ex-raìs e di sei dei suoi ex-funzionari sui documenti che proverebbero la loro responsabilità nella strage. Il processo è stato nuovamente aggiornato al prossimo 15 maggio.Misna