Toscana

RICEVUTO IN REGIONE L’AMBASCIATORE PALESTINESE; TOSCHI: CONTRASTARE OGNI FORMA DI VIOLENZA E TERRORISMO

“Siamo bene consapevoli di non poter essere la grande diplomazia, ma siamo altrettanto certi di essere la diplomazia dei popoli. E come tale siamo a disposizione per ricercare insieme nuovi strumenti per una pace che deve essere spinta proprio dai popoli”. Così Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, in un breve saluto all’ambasciatore in Italia del governo palestinese, Sabri Atayeh, ricevuto dall’assessore regionale alla Cooperazione internazionale Massimo Toschi. Sottolineato l’interesse della Toscana a “favorire nuovi colloqui di pace partendo dai sempre più stretti rapporti di cooperazione con le città palestinesi e con quelle israeliane”, il presidente Martini è stato cortesemente interrotto dall’ambasciatore che ha sottolineato come “proprio questa” sia la posizione del popolo palestinese: “una pace giusta basata sul rispetto reciproco”.

Il colloquio, cordiale e sincero, è poi proseguito fra l’ambasciatore Atayeh (“Arafat aveva nel cuore la Toscana e lo stesso posso dire per il presidente Abu Mazen”) e l’assessore Toschi che il prossimo 10 maggio sarà in Terra Santa per una iniziativa di cooperazione sanitaria (“Il 40 per cento della cooperazione di tutte le Regioni italiane nei territori di Israele e Palestina proviene dalla Toscana e questo ci carica di una grande responsabilità”). Al centro del colloquio i grandi e complessi temi: la questione dei confini, i negoziati di pace, la costruzione del muro, la situazione nelle terre palestinesi, il terrorismo. In particolare quest’ultimo è stato il tema che ha consentito ad entrambi di assumere posizioni di ferma condanna.

“Contrastare ogni forma di violenza e di terrorismo – ha sintetizzato Toschi – rappresenta la base indispensabile per sostenere il diritto degli innocenti a non essere mai soppressi, per nessuna ragione. In questo senso Hamas, dopo l’attentato di Tel Aviv, ha perso una occasione politica di grande rilievo per sostenere Abu Mazen e aprire un dialogo con la comunità internazionale e per diventare un vero interlocutore del governo israeliano”. (cs-mb)