Toscana

TOSCANA, SI DIMETTE L’ASSESSORE REGIONALE MONTEMAGNI (PDCI)

L’assessore regionale al bilancio, Marco Montemagni (Pdci), ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico in una lettera inviata al presidente della Regione, Claudio Martini. Nella lettera Montemagni spiega che la decisione arriva in seguito, ma non solo, a quanto avvenuto ieri in consiglio regionale in occasione della discussione del Piano regionale di sviluppo, per la posizione critica assunta dal capogruppo del suo stesso partito, Luciano Ghelli. Nella lettera, Montemagni scrive che le sue dimissioni dalla giunta regionale sono “irrevocabili”.

Il testo inizia con un richiamo a quanto avvenuto ieri in aula dove è stato discusso il Prs, rilevando come il messaggio politico legato al Piano sia stato “largamente recepito. In primo luogo dai consiglieri di maggioranza, di Toscana Democratica”. Anche “da settori dell’opposizione, pur da posizioni molto distanti, sono giunti toni diversi dal passato. Ma il dato politico di fondo è che, da parte di Rifondazione comunista, è iniziato un proficuo dialogo con la maggioranza. Un dialogo che auspico possa far emergere nuovi e più avanzati rapporti”. “In questo quadro, purtroppo – spiega Montemagni – sono rimasto colpito molto negativamente dall’intervento e dagli atteggiamenti del capogruppo del Pdci. Mi fa molto male esplicitarlo, perché si tratta di un iscritto al mio partito. Partito a cui ho aderito proprio per la politica di unità a sinistra di cui il Pdci si è fatto forte e convinto propugnatore fin dalla nascita”.

Per Montemagni il messaggio politico venuto da Ghelli “é risultato evidente: quello di frapporre ostacoli, nei fatti, al di là delle parole, a che vadano avanti positivamente le intese con Prc. Un atteggiamento volto a ‘rompere le uova nel paniere’, a ‘rovinare la festa’. Ed è stato portato avanti in modo politicamente non corretto e pesante, con evidenti attacchi al presidente e al sottoscritto, assessore alla programmazione, che porta la principale responsabilità, dopo quella del presidente, del documento stesso”. Montemagni spiega che “purtroppo non è un singolo episodio, seppure gravissimo, ma è una ‘linea’ che viene da lontano e che ha trovato ulteriore sviluppo dopo le elezioni regionali del 2005. Io ho posto da tempo, con chiarezza, al segretario regionale del mio partito – prosegue l’assessore – la necessità di risolvere una situazione ormai gravemente deteriorata: cambiando capogruppo o cambiando l’assessore. La risposta non è venuta”.

Per questo Montemagni ha ritenuto di dover rassegnare le dimissioni: “A questo punto – spiega – sento il dovere di risolvere io la questione, perché non è più procrastinabile: ne va dei rapporti con la maggioranza, ne va della dignità delle istituzioni e delle persone”. La lettera si chiude con i ringraziamenti al presidente Martini per la fiducia “accordatami nella tua prima Giunta e confermata nella tua seconda Giunta e per la tua collaborazione, vicinanza, amicizia, ben salda anche oltre momenti di diversità di opinioni”, e ai colleghi assessori. “Da altri ruoli – afferma Montemagni – continuerò a dare il mio contributo per la Toscana, per l’Unione, per il Pdci, per quella che è la mia massima aspirazione politica: contribuire a costruire una forte Sinistra unita”. “Sorpreso”, “amareggiato” e anche “addolorato”. Così dichiara di essere Luciano Ghelli, capogruppo dei Comunisti italiani in consiglio regionale, dopo aver appreso la notizia delle dimissioni dell’assessore del suo partito Marco Montemagni. “Mi auguro che ci ripensi – dice Ghelli – e che prenda atto anche della disponibilità dimostrata dal presidente della giunta Claudio Martini”. “Conosco Montemagni da 25 anni – prosegue – e siamo diversi, io più battagliero, lui più pacato, ma queste differenze rientrano nella normalità di un partito”. Dei dissidi personali tra lui e l’assessore, evidenziati dallo stesso Montemagni nella lettera di dimissioni a Martini, Ghelli non vuole parlare. “Dico solo che non ho mai posto la questione ‘o io o lui’: non sono un uomo pubblico, mi piace definirmi come un funzionario comunista, e il mio unico mandato é a disposizione del partito”. Sul Piano regionale di sviluppo discusso mercoledì in aula, che sembra essere uno dei nodi che hanno portato alle dimissioni, Ghelli non capisce l’interpretazione che Montemagni ha dato della posizione del Pdci in consiglio. “Noi siamo d’accordissimo con il Prs e anche con le prove di dialogo con Rifondazione comunista – spiega – alla fine della discussione abbiamo presentato, insieme ai Verdi, un ordine del giorno diverso perché non abbiamo gradito l’atteggiamento dei Ds che la mattina avevano proposto un testo troppo generico e poi, una volta da noi corretto tramite il consigliere Eduardo Bruno, ne hanno presentato un altro nel pomeriggio con Margherita e Sdi. Ma nel nostro testo, tra l’altro poi votato da tutta la maggioranza, abbiamo detto con chiarezza che il Prs va bene”. Montemagni può essere rimasto colpito negativamente da questa posizione? “Ma io Montemagni in aula non l’ho neppure mai nominato” conclude Ghelli. (Ansa)