Toscana

SCUOLA: REGIONE TOSCANA RICORRE CONTRO RIFORMA MORATTI

La Regione Toscana ha presentato due ricorsi, uno al Tar e uno alla Corte Costituzionale, per ribadire no alla sperimentazione della riforma delle scuole medie superiori “voluta dal ministro dell’istruzione Letizia Mortatti e riproposta, a fine gennaio, a iscrizioni già chiuse e a dispetto degli accordi presi in sede di Conferenza Stato- Regioni”.

Dopo aver motivato in tutte le sedi la sua contrarietà all’anticipo, in via sperimentale, dei nuovi percorsi liceali previsti dalla riforma Moratti, destinati a entrare a regime solo nell’anno scolastico 2007-2008, informa una nota, la Regione ha deciso di impugnare anche sul piano legale un provvedimento che, se attuato già dal prossimo anno scolastico, rischierebbe solo di alimentare confusione e disorientamento nelle scuole, nei ragazzi e nelle famiglie. Il ricorso al Tribunale amministrativo regionale per ottenerne la sospensione sarà notificato nei prossimi giorni. Ieri la giunta, su proposta dell’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini, ha dato il via libera anche a quello presso la Corte Costituzionale che sarà il primo del genere a livello nazionale. Infatti, come ricorda l’assessore, la principale motivazione che ha spinto a fare ricorso deriva dalla constatazione di una invasione di campo su una materia la cui competenza è ripartita, dalla Costituzione, fra Stato e Regioni.

E la Toscana è stata la prima regione a discplinare, con una propria legge, le competenze che le derivano dal nuovo Titolo V della Costituzione che, espressamente, affida alle Regioni il compito di programmazione della rete scolastica. Con il suo provvedimento il ministero viene meno a questo principio costituzionale, invadendo il campo della Regione e intervenendo, oltretutto, dopo il completamento della programmazione della rete scolastica che, in Toscana, è avvenuta con il pieno coinvolgimento delle autonomie scolastiche e delle istituzioni locali. Per altro, ricorda l’assessore, il decreto è in conflitto anche con l’intesa, raggiunta dal ministero con le Regioni e in accordo con il mondo della scuola, che aveva previsto il rinvio della riforma, con la rinuncia esplicita da parte del ministero all’idea di anticiparne l’avvio con una sperimentazione.

L’assessore, prosegue la nota, rileva inoltre che l’eventuale ricorso alla sperimentazione sarebbe, oltretutto, dovuto avvenire senza poter disporre di risorse aggiuntive. I dati disponibili ad oggi sembrano comunque avallare la posizione della Regione Toscana che riteneva non vi fosse un interesse, da parte delle scuole, per la possibilità, peraltro illegittima, di avviare la sperimentazione. Si ha infatti notizia di quattro o cinque casi su oltre un centiniaio di scuole superiori in tutta la Toscana, che la Regione, come preannunciato, impugnerà in sede di Tribunale amministrativo. La decisione della Regione, osserva infine l’assessore, prima ancora che una difesa delle sue prerogative costituzionali, è un atto a tutela di studentesse e studenti che hanno il diritto, quando si iscrivono, di sapere quale istituto frequenteranno. Un diritto – conclude la nota – che, con il decreto Moratti, rischerebbe di non essere garantito. (ANSA).