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Scontri a Gerusalemme: Alkaila (amb. Palestina), «chiediamo protezione internazionale»

«Chiediamo alla comunità internazionale di intervenire per porre fine allo spargimento di sangue e alla brutalità delle forze di occupazione israeliane e dei coloni e di applicare le leggi internazionali e i trattati della Convenzione di Ginevra a Israele quale Stato membro delle Nazioni Unite». È quanto ha detto l’ambasciatrice dello Stato di Palestina in Italia, Mai Alkaila, nel corso di una conferenza stampa indetta per commentare l’escalation di violenze a Gerusalemme e in Cisgiordania

Nelle ultime 3 settimane ci sono stati “1.950 palestinesi feriti e 51 morti. Di questi ben 17 sotto i 18 anni”. Violenza, ha ribadito la rappresentante diplomatica, che ha le sue radici “nel mezzo secolo di occupazione illegale delle forze israeliane della terra palestinese e della sottomissione del popolo palestinese” e imputabile “all’intensificarsi delle incursioni e degli attacchi alla Moschea di Al Aqsa da parte delle forze di occupazione israeliane permettendo ai coloni di spadroneggiare nel luogo sacro nel tentativo di cambiare lo storico status quo”. Nel corso della conferenza stampa l’ambasciatrice ha denunciato che “i palestinesi, molti dei quali bambini, sono uccisi, feriti, arrestati e intimiditi ogni giorno mentre le loro proprietà vengono espropriate, demolite o bombardate. Oppressione che lascia poche speranze per un futuro pacifico e stabile, e che affonda la speranza e incoraggia gli oppressi a resistere all’ingiustizia”.

La comunità internazionale, ha spiegato Alkaila, deve “presentare un processo negoziale multilaterale che abbia scadenze precise”. L’ambasciatrice ha commentato anche le parole pronunciate stamani dal premier israeliano sulla Shoah, secondo cui Hitler non voleva lo sterminio degli ebrei, ma fu convinto dal Gran Muftì di Gerusalemme Al Hussein. “Sono false e totalmente fuori dalla realtà”, ha stigmatizzato Alkaila. “Il premier israeliano – ha detto la diplomatica – sta deviando l’attenzione della comunità internazionale da quello che sta accadendo nella regione e dall’occupazione dei coloni e dalle forze israeliane . Si tratta di una grande bugia. Il gran Muftì stava lavorando per la libertà”. Interpellata sul rischio che le tensioni in corso a Gerusalemme e in Cisgiordania possano influire negativamente sui pellegrinaggi, soprattutto in vista del Natale, l’ambasciatrice si è detta “preoccupata. Betlemme potrebbe risentirne in modo particolare. Tuttavia a Betlemme la situazione è tranquilla e invito i pellegrini a venire a celebrare il Natale. Natale è la festa di tutti”.