Toscana
MEDIO ORIENTE, COMMOZIONE E CONFUSIONE A RAMALLAH PER L’ULTIMO ADDIO AD ARAFAT
Una tensione altissima, servizio d’ordine e tempi previsti saltati, spari in aria, la bara portata a braccia e sulla quale grappoli di uomini si spingevano per restare o per impedire agli altri di salire, migliaia di persone che gridavano il nome di Arafat e premevano per riuscire a toccare il feretro coperto dalla bandiera palestinese. Si è svolto così l’ultimo atto della vicenda umana di Yasser Arafat, sepolto sotto quattro abeti nella spianata della Muktada, il quartier generale dove ha vissuto, praticamente da prigioniero, dal dicembre 2001. Sepoltura provvisoria, perché i palestinesi giurano che un giorno riusciranno a portarlo in quella Spianata delle moschee nella quale il rais voleva essere sepolto.
La folla in lutto ha accolto l’arrivo della bara, giunta in elicottero dal Cairo, sparando colpi di fucile in aria. Migliaia di palestinesi hanno circondato il velivolo; dopo momenti di esitazione causati dalla ressa, la bara, coperta dalla bandiera palestinese, è stata trasportata dalla folla fino alla sede del quartier generale. Ci sono voluti ben 25 minuti per scaricare la bara dall’elicottero. Una jeep della polizia ha creato un varco fra la folla, mentre gli ufficiali dell’esercito palestinese invitavano la gente a spostarsi per permettere il trasporto della bara verso il compound. Prima dell’arrivo della cassa, uomini a lutto hanno scalato le mura del quartier generale e hanno sfondato gli ingressi del quartier generale del’Olp.