Toscana

PAPA: PARTIRE DALL’ONU PER LOTTA AL TERRORISMO E DIFESA DELLA LIBERTÀ RELIGIOSA

“Per giungere a un ordine internazionale equilibrato, soprattutto dinanzi al terrorismo che vuole imporre la sua legge, la volontà di costruire un futuro comune che garantisca la pace per tutti presuppone l’impegno degli Stati a dotarsi di strumenti stabili, efficaci e riconosciuti, come l’Organizzazione delle Nazioni Unte e le altre organizzazioni internazionali”. Lo ha detto il Papa, ricevendo oggi in udienza l’ambasciatore della Repubblica islamica dell’Iran, Mohammad Javad Faridzadeh, in occasione della presentazione delle lettere credenziali. L’”azione della pace”, ha ammonito Giovanni Paolo II riferendosi alla situazione internazionale, “implica anche un’azione contro il terrorismo” e “presuppone la fiducia reciproca, per accogliere l’altro non come una minaccia ma come un interlocutore”, accettando “i vincoli e i meccanismi di controllo che implicano gli impegni comuni quali i trattati e gli accordi multilaterali, nei diversi ambiti delle relazioni internazionali che concernono il bene comune dell’umanità, come il rispetto dell’ambiente, il controllo del commercio delle armi e della non proliferazione delle armi nucleari, la tutela dei bambini, i diritti delle minoranze”.

Da parte sua, ha assicurato il Pontefice, “la Santa Sede non lesinerà sforzi per convincere i responsabili degli Stati a rinunciare in ogni occasione alla violenza o alla forza e a fare sempre prevalere il negoziato come mezzo per superare i dissidi e i conflitti che possono sorgere fra le nazioni, i gruppi e gli individui”. Tra i “valori fondamentali” che i credenti devono “annunciare ai nostri contemporanei”, il Papa ha citato la “testimonianza a favore di una cultura della vita, che rispetti l’essere umano dal suo concepimento fino alla sua morte naturale”. Alle “autorità iraniane”, Giovanni Paolo II ha chiesto di “permettere ai fedeli della Chiesa cattolica presenti in Iran, come gli altri cristiani, la libertà di professare la loro religione e per favorire il riconoscimento della personalità giuridica delle istituzioni ecclesiastiche, agevolando così il loro lavoro in seno alla società iraniana”. Sir