Toscana

CONVEGNO MISERICORDIE, CARD. MARTINO: NO AL COLONIALISMO CULTURALE NELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

“La cooperazione tra gli organismi intergovernativi e le Organizzazioni non governative va vista con favore, a patto però che i gruppi della società civile internazionale si astengano da imporre alla comunità internazionale visioni ideologiche o modelli di vita condivisi solo da segmenti piccoli e particolari della società, come accade per esempio nel campo della difesa della vita e nella tutela della famiglia.” Lo ha detto stamani il Cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificium Consilium de Iustitia et Pace, intervenendo al VII° Congresso internazionale delle Misericordie, in corso a Firenze, sul tema Globalizzazione e territorialità nella solidarietà.

“Accade spesso – ha proseguito il cardinale -, che ONG ed associazioni espressive di limitate frange dei paesi ricchi pretendano di imporre agli abitanti dei paesi poveri, mediante la collaborazione a progetti delle agenzie internazionali, pratiche e stili di vita proprie di alcuni settori radicali delle società avanzate, soprattutto nel campo della cosiddetta ‘salute riproduttiva’. La Santa Sede – ha ricordato Martino – ha sempre considerato ciò una forma moderna di un colonialismo culturale ed eugenetico inaccettabile.”

Il cardinal Martino ha parlato anche del ruolo dell’Onu, ricordando che “esiste qualche timore che questa organizzazione vada scivolando da una concezione dei diritti umani come appartenenti alla natura umana, ad un’altra concezione ‘convenzionale’, secondo la quale essi sarebbero espressione del consenso delle nazioni che siedono nell’Assemblea Generale.”

Il cardinale ha indicato “dei cerchi concentrici di spinta solidale che la globalizzazione chiede di potenziare”: tra questi il ricorso alle “risorse solidali della società civile”, “la difesa dei diritti umani e la promozione dello sviluppo”, “la solidarietà fra le generazioni”.

Martino ha parlato dell’emergere di “nuovi diritti dei popoli, accanto a quelli personali o familiari”, e di “diritti di nuova generazione, come ad esempio quelli legati alla biodiversità”. Il cardinale ha poi definito “illecito moralmente e controproducente economicamente scaricare i costi attuali sulle future generazioni”, sottolineando che “questo criterio va applicato soprattutto, anche se non solo, nel campo delle risorse della terra e della salvaguardia del creato, un settore reso particolarmente delicato dalla globalizzazione. L’aria, l’acqua, la biodiversità e l’ambiente sono beni comuni non solo agli attuali abitanti della terra, ma anche ai nostri figli e nipoti.”

“La globalizzazione della solidarità – ha concluso il cardinale – è doverosa e possibile, ed è resa anche impellente e improrogabile dalla globalizzazione in atto, sicché occorre che sia incarnata in meccanismi efficaci per dare alla globalizzazione una giusta direzione.”

Il portavoce nazionale del Forum del terzo settore, Edoardo Patriarca, ha lanciato l’allarme sui pericoli che corre lo stato sociale. “Il rischio davanti a noi – ha detto richiamando il documento introduttivo della Settimana sociale dei cattolici svoltasi sette giorni fa a Bologna – è che il ridimensionamento del welfare, nato per dare sostanza reale ai diritti, riduca la democrazia sociale: la libertà che non sa coniugarsi con la permanente attenzione alle esigenze della giustizia e dell’equità sociale è una non-libertà, egoistica e individualistica.”

“Siamo preoccupati – ha poi aggiunto a margine del Congresso conversando con i giornalisti -, perché la Finanziaria, malgrado le rassicurazioni del Ministro Siniscalco, vede minacciato ancora più pesantemente il welfare, non tanto per quanto riguarda il Fondo nazionale, ma per i trasferimenti ai comuni. Questo vuol dire non solo tagliare il welfare, ma anche penalizzare le buone pratiche del terzo settore, che sta realizzando in Italia la sussidiarietà orizzontale. Il rischio grave su cui vigilare è che con il taglio dei trasferimenti, il terzo settore e il volontariato vengano cooptati in forme vecchie di collateralismo che non ha nulla a che vedere con la sussidiarietà.”

Nel suo intervento Maria Eletta Martini ha ripercorso la storia del Centro Nazionale del Volontariato, di cui è presidente, e indicato gli sviluppi futuri: “abbiamo in animo –ha annunciato- di aprire nuove strade: penso a servizi o alla sperimentazione di attività in arre marginali del volontariato, come la psichiatria, oppure in settori a forte impatto giovanile come il volontariato internazionale, oppure in aree di confine oggetto di grandi confronti e discussione, come quello della globalizzazione o l’uso delle nuove tecnologie; al servizio civile volontario.”

Nel pomeriggio i circa 300 delegati arrivati a Firenze in rappresentanza delle più di tremila confraternite presenti in Africa, Asia, America Latina ed Europa, visiteranno Pisa.

Domani mattina i lavori proseguiranno, dopo il saluto del vescovo ausiliare di Firenze, Monsignor Claudio Maniago, con l’intervento di Monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana e con la relazione del professor Giorgio Fiorentini, dell’Università Bocconi di Milano su ‘Economia e finanza nella globalizzazione della solidarietà.”

Nel pomeriggio di domani, alle 16, è in programma nel battistero di Firenze una Santa Messa per tutti i cogressisti presieduta dal Cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze.

Domenica, a conclusione del Congresso, è in programma un pellegrinaggio sulla tomba di San Francesco ad Assisi.