Toscana

IRAQ, UCCISO OSTAGGIO BRITANNICO. RAID USA SU FALLUJA, COLPITA FESTA DI NOZZE; DUE MILITARI ITALIANI FERITI

E’ stato ucciso l’ingegnere britannico Kenneth Bigley, 62 anni, rapito il 16 settembre scorso con due statunitensi – poi decapitati – dal gruppo ‘I leoni di Tawid wal Jihad’ (Unificazione e guerra santa), del terrorista di origine giordana Abu Musab al Zarqawi. La decapitazione dell’ostaggio è stata mostrata in un video, secondo quanto riferito da un testimone alla Reuters. Nel video, diffuso dagli stessi sequestratori, si vede Bigley fare una dichiarazione con alle spalle sei uomini. Poi uno di loro gli mozza la testa con un coltello.La notizia dell’esecuzione era stata data dalla tv di Abu Dhabi, che aveva citato fonti “informate” in Iraq; il ministro degli Esteri inglese aveva subito avviato una procedura di verifica dell’informazione, che poco dopo era stata rilanciata da Sky television citando fonti del governo di Londra. Successivamente fonti della resistenza a Falluja, riferite dall’agenzia britannica ‘Reuters’, hanno sostenuto che l’ostaggio è stato decapitato ieri pomeriggio vicino a Baghdad.

Intanto per colpire “un covo di Abu Musab al Zarqawi”, ritenuto il capo di al Qaida in Iraq, poco prima dell’alba le forze statunitensi hanno sferrato un attacco contro la parte nord di Falluja, roccaforte dei ribelli sunniti, situata 50 chilometri a ovest della capitale Baghdad. Nel raid 11 persone sono state uccise e 17 ferite. L’esercito Usa ha sostenuto di aver voluto attaccare i seguaci di Abu Musab al Zarqawi, ma di fatto i cacciabombardieri Usa hanno colpito, secondo alcune fonti locali, un luogo dove si era appena conclusa una festa di nozze, provocando vittime soprattutto tra le donne.

Nelle stesse ore, a Nassiriya, due militari italiani sono rimasti feriti in una località 6 chilometri a sud di Camp Mittica da alcuni colpi di arma da fuoco esplosi da una pattuglia rumena. Le condizioni dei due non sono gravi. Sul piano politico, il governo transitorio iracheno ha accolto con soddisfazione l’annuncio del capo radicale sciita Moqtada Sadr che la sua milizia si scioglierà e consegnerà le armi. Ancora, però, non sono state specificate le condizioni che comporta questo gesto. (Fonte Misna)