Toscana

BLITZ SCUOLA OSSEZIA, NUNZIO IN GEORGIA: «UN PATTO INTERNAZIONALE E INTERRELIGIOSO CONTRO IL TERRORISMO»

“Un patto internazionale e un accordo interreligioso tra le fedi presenti nella regione caucasica”. È quanto propone il nunzio apostolico in Georgia, Armenia e Azerbaigian, mons. Claudio Gugerotti, “per evitare che questa zona – che comprende anche Paesi come Ossezia e Cecenia – non diventi detonatore di conflitti più ampi ma luogo di soluzione pacifica”. Commentando il blitz delle forze speciali nella scuola di Beslan nell’Ossezia del Nord, mons. Gugerotti ha dichiarato al Sir di “aver seguito con molta apprensione la vicenda” ed auspicato che “non ci siano vittime” dicendosi “sconcertato dall’uso di bambini come scudi umani da parte dei terroristi”. “La presenza islamica nel Caucaso – ha aggiunto – è molto forte e la crescita del fondamentalismo è un pericolo reale. In questo momento mi trovo a Baku, capitale dell’Azerbaigian, dove ho incontrato i più alti esponenti dell’islam caucasico. Stiamo cercando lavorare nel modo più stretto possibile per evitare che questo conflitto non degeneri in un conflitto religioso come molti vorrebbero far credere. La dirigenza dei musulmani nel Caucaso è molto aperta e tollerante e condanna fermamente queste azioni come il sequestro di bambini in una scuola. Occorre coltivare questa apertura e rispetto reciproco senza cadere nelle grinfie di chi vorrebbe fare del Caucaso una nuova area balcanica. Se fenomeni come questi dovessero estendersi in pericolo non sarebbe solo il Caucaso, che non dimentichiamolo, è la porta dell’Europa. La stabilità di questa regione darà dei vantaggi religiosi e politici”. “Colpire dei bambini come è accaduto in Ossezia – conclude – mostra che non esiste limite nel terrorismo. Questo limite non deve essere cercato nella coscienza di chi compie queste azioni, perché siamo già oltre gli appelli alla buona coscienza, ma va cercato in un accordo internazionale, appoggiato dalle altre nazioni, ed interreligioso. Se nel Caucaso non riusciremo in questo diventeremo il luogo della detonazione e non della soluzione pacifica”.Sir