Toscana
DALLA REGIONE SOSTEGNI AL FLOROVIVAISMO TOSCANO
Nelle prossime settimane verrà emanato il bando che consentirà di erogare contributi alle imprese florovivaistiche per 500 milioni di euro all’anno – il regime di aiuti avrà una durata triennale ed entro l’anno verranno pubblicati i disciplinari di produzione per la concessione del marchio Agriqualità anche per i prodotti da agricoltura integrata (cioè ottenuti con un limitato ricorso alla chimica). Il governo regionale intensificherà così il suo impegno a favore del florovivaismo, consapevole dell’importanza di questo settore nell’ambito della nostra economia agricola ma anche delle difficoltà che esso sta vivendo, a fronte, tra l’altro, di una concorrenza internazionale sempre più agguerrita. Questo quanto ha annunciato il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, intervenendo venerdì scorso alla inaugurazione della XXVII Biennale del fiore e delle piante di Pescia, autentica vetrina del florovivaismo toscano, ma anche grande opportunità per misurare la salute del settore.
La Regione farà fino in fondo la sua parte per sostenere il florovivaismo toscano, ha spiegato Martini, che poi ha proseguito: Si tratta di un’attività economica di primo piano, che da sola rappresenta il 25 per cento della produzione agricola regionale, il 15 per cento della produzione florovivaistica nazionale e il 6 per cento di quella dell’Unione europea. Dati che ci impongono una grande attenzione, anche in considerazione di una congiuntura non facile, e che esigono da parte nostra un ulteriore salto di qualità.
Del resto questa è la strada tracciata dalla Conferenza regionale sul florovivaismo organizzata lo scorso anno a Pistoia, che ha permesso di fare il punto sui problemi, sugli obiettivi e le responsabilità. Quella conferenza ha segnato l’avvio di una nuova fase ha sottolineato ancora Martini nella quale intendiamo rafforzare il nostro sostegno alle attività di promozione e di valorizzazione, anche all’estero, delle nostre produzioni ma anche alle attività di ricerca, tramite l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura. Un terreno, quest’ultimo, da cui ci aspettiamo anche altri risultati, per esempio per quanto riguarda un uso più razionale delle risorse idriche e dei fertilizzanti e lo sviluppo delle produzioni biologiche. (cs-pc)