Toscana

IRAQ, GIALLO SUL VIDEO DELL’ESECUZIONE DI ENZO BALDONI

“L’Esercito Islamico in Iraq annuncia di aver giustiziato l’ostaggio italiano rapito in Iraq, su ordine del suo legittimo tribunale. L’Esercito annuncia che l’esecuzione dell’italiano risponde al rifiuto del governo italiano di ritirare i suoi soldati dall’ Iraq entro 48 ore”. E’ questo il macabro comunicato con il quale il gruppo terroristico ha rivendicato l’uccisione di Enzo Baldoni. In un primo momento sembrava che il comunicato accompagnasse un video fatto avere all’emittente Al Jazeera la quale, come già era successo per l’altro ostaggio italiano Fabrizio Quattrocchi, si sarebbe rifiutata di trasmetterlo perché “troppo cruento”. Giudizio che sembrava confermato confermato da una fonte diplomatica italiana. Il video, secondo quanto era trapelato, avrebbe contenuto pochi fotogrammi. Ci sarebbe stata una colluttazione e poi l’uccisione del giornalista, forse con un colpo di pistola. E la Procura di Roma aveva già fatto sapere che avrebbe chiesto al Qatar, paese nel quale si trova l’emittente Al Jazeera, di acquisire il video. Ma riferendo venerdì sera alle commissioni Esteri e Difesa della Camera il ministro degli esteri italiano Franco Frattini ha smentito l’esistenza del video: “Ad Al Jazeera – ha detto Frattini – non è stato consegnato un video ma solo una foto digitale” sulla esecuzione di Baldoni. “Non ci sono filmati, ma solo una foto. Non ci sono state colluttazioni, né scontri – ha proseguito il ministro -. Si vede il corpo di Baldoni in una condizione che non si può definire cruenta. Ho sentito che qualcuno ha parlato di taglio della testa, non è così. Nonostante questo, al Jazeera ha comunque ritenuto che la foto non fosse adeguata alla pubblicazione e quindi alla diffusione”.

Riferendo alla Camera Frattini ha detto che la notizia dell’assassinio di Baldoni comunicata da al Jazeera ha colto di sorpresa il governo che aveva invece “instaurato contatti già utilizzati in passato con alcuni gruppi islamici” e disponeva di “elementi che facevano pensare all’instaurarsi di un clima di collaborazione”. Il titolare della Farnesina ha sottolineato che “ancora non sappiamo perché vi sia stata una improvvisa interruzione dei contatti”.

Del freelance italiano si erano perse le tracce lo scorso 19 agosto, quando si trovava con un convoglio della croce rossa diretto a Najaf. Il giornalista era poi ricomparso il 24 agosto in un video trasmesso da Al Jazeera nel quale un sedicente “esercito islamico dell’Iraq” dava due giorni di tempo al governo italiano per ritirare le truppe dal paese. L’ultimatum era scaduto giovedì pomeriggio alle 16 ora italiana. La notizia dell’esecuzione è stata data ieri a tarda sera da Al Jazeera, al termine di una giornata nella quale sembravano essersi aperti spiragli di trattativa. Subito dopo il responsabile dell’Unità di crisi del ministero degli Esteri avrebbe chiamato il fratello di Enzo Baldoni, Sandro, per informarlo di quanto annunciato dalla tv qatariota. Per salvare Baldoni “non c’e’ stato tempo – ha dichiarato all’Ansa una fonte investigativa- perché i canali per mettersi in contatto con i sequestratori potenzialmente esistevano, ed erano buoni”. Il fatto è che nessuno si aspettava che Baldoni venisse effettivamente ucciso allo scadere dell’ultimatum di 48 ore, contrariamente a quanto avvenuto in tanti altri sequestri avvenuti in Iraq.

L’esecuzione di Baldoni – pubblicitario di fama, giornalista amante delle aree a rischio – ha gettato nello sconforto e nella disperazione i familiari, tra l’Umbria e la Sicilia, e gli amici. Costernazione a Preci, paese di 800 anime sui Sibillini al confine tra Marche ed Umbria, dove la famiglia Baldoni è da sempre una sorta di istituzione (il fratello Raffaele, che gestisce l’agriturismo “Il Collaccio”, è anche vicesindaco). Il sindaco, Alfredo Virgili, ha disposto il lutto cittadino. Ed a mezzogiorno tutta la comunità ha osservato un minuto di raccoglimento.

Enzo Baldoni, un giornalista non ’embedded’