Toscana

IRAQ, SANTA SEDE DISPONIBILE A TRATTATIVA PER NAJAF, DOVE SI COMBATTE ANCORA

La Santa Sede è disponibile a una mediazione per la città santa sciita di Najaf dove, dopo il fallimento del negoziato, ieri si è combattuto ancora. Lo ha detto il segretario di Stato del Vaticano, cardinale Angelo Sodano: “Se sarà richiesta, ben volentieri il Papa acconsentirà a questa mediazione. Lo scopo è che tutte le parti si mettano intorno a un tavolo e si parlino”. Parlando ai microfoni del ‘Giornale Radio Rai’ italiano, il segretario di Stato vaticano ha aggiunto: “Tutta l’opera del Papa è un’opera di mediazione, anche se non sempre nel senso tecnico previsto dal diritto internazionale, per il quale la mediazione può essere richiesta solo da uno Stato”. Il cardinale Sodano ha fatto riferimento a un’opera fatta soprattutto di “buoni uffici”, precisando che “se potrà aiutare le parti a parlarsi, il Papa non si tirerà indietro”.

Monsignor Emmanuel Delly, Patriarca di Babilonia dei Caldei, ha detto all’agenzia di stampa italiana ‘Adnkronos’: “Se potremo fare qualcosa, siamo pronti a intervenire e siamo grati al Papa per la sua costante vicinanza e offerta di aiuto al popolo iracheno”. Domenica un portavoce dell’imam ribelle Moqtada al Sadr – capo della rivolta sciita di Najaf – aveva avanzato una richiesta all’Italia e al Vaticano per una mediazione con gli Stati Uniti finalizzata a ottenere una tregua duratura nella città santa sciita. Ieri sera – dopo un’altra giornata di intensi combattimenti caratterizzata dall’arrivo a Najaf di migliaia di presunti ‘scudi umani’ sciiti pronti a immolarsi nella Moschea di Alì – è saltata la visita di una delegazione della Conferenza nazionale irachena, apertasi domenica, che avrebbe dovuto recarsi a Najaf per trattare direttamente con al Sadr. La Conferenza, che riunisce più di mille delegati provenienti da 70 diverse località, era cominciata domenica tra significativi contrasti interni e nel fragore di ripetuti colpi di mortaio.

Ieri, tre soldati statunitensi erano rimasti uccisi a Najaf, durante scontri con i miliziani fedeli a Moqtada al Sadr. Secondo diverse fonti, le forze statunitensi sarebbero ormai a poche centinaia di metri dalla Moschea di Alì, il luogo più sacro di Najaf, a difesa del quale sarebbero asserragliati circa 2000 uomini pronti anche al martirio. A Nassiryia, il vicegovernatore ha confermato ufficialmente il rapimento di Micah Garen, un americano che, secondo le dichiarazioni ufficiali, era in città come esperto di siti archeologici e di produzione e vendita di filmati, foto e testi. Sequestrati anche due camionisti turchi da un commando di uomini armati a sud di Mosul, nel nord del Paese, dove è stato preso di mira un convoglio di sei veicoli che tornava verso la Turchia; il governo ad interim ha ritenuto anche opportuno garantire che impedirà eventuali attacchi kurdi alla Turchia. Liberati un autista siriano e due suoi colleghi libanesi tenuti in ostaggio in Iraq da una decina di giorni.

Anche gli impianti di petrolio sono stati di nuovo oggetto di attacchi: miliziani sciiti hanno incendiato un pozzo a una quarantina di chilometri della città meridionale di Amara; la produzione irachena resta dimezzata a causa dei continui sabotaggi. A Samarra – città sunnita a nord di Baghdad dove c’è forte resistenza contro gli americani – sono stati uccisi il capo della Guardia nazionale irachena, mentre percorreva la strada che collega questa località alla capitale. (Misna)