“Preoccupazione per le sorti della comunità cristiana irachena (750 mila fedeli su una popolazione di 25 milioni) è stata espressa dal patriarca caldeo, Emmanuel Delly, dopo alcuni attentati dinamitardi, avvenuti sabato 10 e domenica 11 luglio, contro spacci di alcolici gestiti da cristiani. “La situazione è grave sono le dichiarazioni del Patriarca all’agenzia France Presse (Afp) e rilanciate dal sito www.lacroix.com e si approfitta del disordine per renderla ancora più difficile per i cristiani. Molti sono andati via dal Paese, e non solo cristiani, anche musulmani”. Tuttavia, per mons. Delly, è difficile dire quanti cristiani abbiano già effettivamente lasciato l’Iraq dalla caduta di Saddam Hussein. Per cercare di risolvere il problema il Patriarca, ha rivelato, di aver incontrato diverse volte esponenti della Autorità provvisoria che “hanno fornito delle garanzia di sicurezza per la comunità cristiana”. “Due settimane fa ho incontrato il primo Ministro Iyad Allawi che mi ha garantito l’impegno a dare sicurezza a tutto il Paese”. Circa la presenza di un solo ministro cristiano (su 33) nel Governo provvisorio si è limitato ad un laconico commento: “sono felice di un cristiano al Governo, ma la ripartizione per confessioni religiose sciti, sunniti, curdi, turcomanni e cristiani non è la migliore. Quella per competenze sarebbe stata più giusta. Ciò che è importante, infatti, è avere persone competenti”.Sir