Per arrivare ad una “distribuzione più equa delle risorse del mondo”, è necessaria oggi una nuova “creatività” della carità in grado di porre fine alle “condizioni di estrema povertà che affliggono milioni di persone”. È quanto scrive oggi il Papa, in un messaggio inviato al card. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, in occasione del seminario su “Povertà e globalizzazione”, che si tiene oggi in Vaticano. “Le condizioni di estrema povertà che affliggono molti milioni di persone sono causa di grave preoccupazione per la comunità internazionale”, esordisce Giovanni Paolo II: “La Chiesa, impegnata in una opzione preferenziale per i poveri’, condivide naturalmente questa preoccupazione e appoggia fortemente l’obiettivo del Millennio di dimezzare il numero delle persone che vivono in condizioni di povertà entro il 2015”. Dopo aver sottolineato il “contributo” che “molte organizzazioni cattoliche di aiuto e di sviluppo” offrono nell'”intensificare gli sforzi” in questo ambito, il Papa afferma la necessità di una nuova “creatività” nella carità, in modo che “vengano trovate vie più concrete per raggiungere una più equa distribuzione delle risorse mondiali”. Anche se “molto è stato già fatto” per ridurre il debito che affligge i Paesi poveri è infatti la tesi di fondo del Santo Padre “occorre fare di più”, soprattutto per far sì che “le nazioni in via di sviluppo si liberino dagli effetti dannosi del sottoinvestimento e i Paesi sviluppati compiano il loro dovere di solidarietà con i loro fratelli e le loro sorelle sottosviluppate in altre parti del mondo”. A “breve” e “medio” termine, per il Papa, “l’impegno ad incrementare gli aiuti stranieri sembra l’unica via da percorrere”. La Chiesa, da parte sua, “saluta con favore la ricerca di soluzioni innovative”, come la “International finance facility” (Iff), e “incoraggia altre iniziative sponsorizzate in molte parti del modo sia da diverse organizzazioni delle Nazioni Unite, sia dai governi individuali”. Nello stesso tempo – conclude il Santo Padre auspicando che “i governi dei Paesi ricchi e dei Paesi poveri prendano sul serio le loro responsabilità” – “l’aiuto finanziario dalle nazioni ricche richiede l’obbligo, per chi li riceve, di dimostrare trasparenza e affidabilità nell’uso di tali aiuti”.Sir