Toscana

IRAQ, UN’ALTRA GIORNATA DI SANGUE CON ALMENO 100 MORTI

Anche stamani si sono sentite esplosioni a Falluja, una delel città teatro anche ieri di attentati. È stata la giornata più nera dalla fine della guerra quella di ieri, almeno per il cosiddetto «triangolo sunnita», con un bilancio di oltre 100 morti e almeno 320 feriti in una serie di attacchi lanciati dalla guerriglia – forse in modo coordinato – contro le stazioni di polizia irachena nel ‘triangolo sunnita’ del nord del Paese, dove sono state colpite le città di Mossul, Ramadi, Falluja, Baquba e Baghdad.

Mentre crescono i timori che sia in atto una vera e propria offensiva per rendere difficile il passaggio di sovranità dalla Coalizione a guida statunitense al governo di transizione di Baghdad, il primo ministro dell’esecutivo provvisorio, Ayad Allwai, ha sostenuto ieri che l’ondata di attacchi non era coordinata. Il capo del nuovo governo provvisorio ha accusato un gruppo legato il giordano Abu Musab al Arqawi, considerato vicino alla rete terroristica al-Qaeda di Osama bin Laden, di essere responsabile per le cinque autobombe esplose a Mossul. Allawi ritiene però che gli attacchi di Ramadi e Baquba siano opera di ex-appartenenti al Partito Baath del deposto dittatore Saddam Hussein. Secondo il comandante della brigata irachena locale, generale Mohammed Abdel Latif, la situazione a Falluja si sarebbe calmata dopo gli scontri tra guerriglieri e americani nella roccaforte sunnita.

La situazione più grave resta quella di Mossul, circa 390 chilometri a nord della capitale, dove l’esplosione di cinque autobombe in meno di un’ora ha provocato almeno 70 morti e centinaia di feriti. A Baquba, circa 60 chilometri a nord di Baghdad, 18 persone sono rimaste uccise nell’attacco contro la stazione di polizia. Quattro guardie nazionale irachene sono rimaste uccisi in un attentato suicida, a un posto di blocco iracheno nel quartiere di Ad Dora, nella parte sud occidentale di Baghdad, dove un uomo si è avvicinato a bordo di un pick up al posto di blocco.