Toscana

COSTITUZIONE EUROPEA: CHIESE EUROPEE (CEC-KEK E COMECE) «UN’OCCASIONE MANCATA»

“Nonostante il riconoscimento dell’identità e dello speciale contributo delle Chiese in Europa presenti nell’articolo 51, molte Chiese appartenenti alla Conferenza delle Chiese europee (Cec-Kek), avrebbero salutato con favore un esplicito riferimento alle radici cristiane dell’Europa nel preambolo della Costituzione”. Così si legge in un comunicato diffuso dalla Cec-Kek subito dopo l’approvazione della Costituzione europea avvenuta a Bruxelles lo scorso 18 giugno. Secondo l’organismo che riunisce 125 chiese tra ortodosse, protestanti, anglicane, vetero cattoliche e più di 40 associazioni, “il progetto della Costituzione dell’Unione europea rivela qualche lacuna circa il futuro stesso dell’Europa, incapace di ispirare sufficientemente la vicinanza dell’Europa ai cittadini, come testimonia l’alto astensionismo alle recenti elezioni, specialmente nei nuovi Stati membri”.

“Costernazione” poi, viene espressa a proposito dell’enfasi data all'”aumento delle capacità militari negli Stati membri piuttosto che alla prevenzione dei conflitti come stabilito a Gotebeorg nel 2000″. Non mancano, tuttavia, rilievi positivi alla Carta, considerata “un importante passo avanti nel processo di integrazione europea” e particolare “apprezzamento” viene rivolto al “ruolo rafforzato del Parlamento europeo per quanto riguarda il diritto d’asilo e le migrazioni”.

La Cec-Kek saluta con favore “l’impegno dell’Ue di mantenere aperto, trasparente e regolare il dialogo con le Chiese e le comunità religiose”. Sullo stesso piano anche la Comece, la Commissione degli episcopati della Comunità europea, che in una nota del segretario generale mons. Noël Treanor, definisce il mancato riferimento alle radici cristiane dell’Europa “un’occasione mancata di costruire sulla base del nostro patrimonio comune un avvenire aperto a tutti”. Resta la soddisfazione per la “maniera con cui il Trattato riconosce e garantisce la libertà religiosa così come il ruolo delle comunità religiose nella vita pubblica”. “L’art. 51, equilibrando lo spirito di apertura tra il religioso e il politico, con la giusta separazione delle due sfere – afferma Treanor – rappresenta un nuovo approccio alla ‘governance’ della società europea del 21° secolo”.Sir