Toscana

COMMERCIO: TOSCANA; CROLLO VERTICALE PER VENDITE DETTAGLIO

Meno 30% nell’abbigliamento, calzature, pelli e pellicce a Prato, meno 10% nei generi alimentari a Firenze, Livorno e Pisa. Sono numeri da pesante stagnazione quelli relativi alle vendite al dettaglio registrate in Toscana dal primo gennaio al 30 aprile di quest’ anno, se confrontate con le percentuali dello stesso periodo del 2003. I dati – frutto di un’ indagine condotta tra gli iscritti alla Confcommercio della Toscana (48 mila aziende) – sono stati resi noti oggi dal presidente regionale dell’associazione Piero Santini nel corso di una conferenza stampa a Firenze. «Speriamo di aver toccato il fondo – ha detto – perché la situazione è diventata davvero insostenibile e ancora non si intravede la luce per uscire dal tunnel”. Per avanzare le sue proposte e «contrastare la crisi strutturale dell’economia prima che essa divenga irreversibile”, Confcommercio Toscana ha organizzato per lunedì prossimo al Convitto della Calza di Firenze un forum con gli imprenditori dal titolo «Toscana compete – La sfida dello sviluppo per un sistema forte di imprese”. Al convegno sono attesi, tra gli altri, i presidenti di Confcommercio e Confturismo nazionali Sergio Billè e Bernabò Bocca. Stando alle cifre fornite dai commercianti, il crollo delle vendite investe tutti i settori. Tra i casi più emblematici, dove le contrazioni sono state più sensibili, vengono segnalati anche il -30% registrato a Pistoia nel comparto articoli per la casa, il -25% di presenze turistiche a Livorno, il -17% per bar, ristoranti ed esercizi pubblici della provincia di Pisa. Non subiscono invece variazioni sostanziali le vendite nel campo dell’elettronica e degli elettrodomestici, eccetto che per un -15% a Prato, un -10% a Pistoia e un -8% a Lucca (aumentano in compenso a Siena e ad Arezzo, rispettivamente con +5% e +2%). Segno meno in tutte e dieci le province toscane per quanto riguarda il vestiario, complice – secondo Confcommercio – anche il brutto tempo durante la primavera, che non ha stimolato il cambio di abito nel primo quadrimestre dell’anno rinviando gli acquisti di qualche mese. Gli altri picchi negativi più consistenti si riferiscono a turismo (-20% a Lucca, -10% a Pisa e Siena, mentre Grosseto fa registrare un +5%) e prodotti alimentari (-5% a Lucca e Prato, in controtendenza ancora una volta Grosseto con un +5%). Una «spallata» al ristagno del terziario in Toscana – oltre 186 mila imprese nel 2003 per 922 mila persone occupate, che rappresentano il 63% dell’intera forza lavoro regionale – secondo Santini può arrivare da «interventi immediati e correttivi” messi in pratica dalla Regione. (ANSA).