Toscana
IRAQ, RESTITUITI ALLA CROCE ROSSA ITALIANA RESTI UMANI. POTREBBERO ESSERE DI FABRIZIO QAUTTROCCHI
Le spoglie di Fabrizio Quattrocchi, l’ostaggio italiano ucciso in Iraq il 14 aprile scorso, sarebbero state consegnate al commissario straordinario della Croce Rossa italiana, Maurizio Scelli a Baghdad. Lo riferisce la stessa Croce Rossa. Interpellata dall’Agenzia Ansa, la famiglia Quattrocchi ha dichiarato di non essere stata informata dalle autorità italiane e di apprenderlo dal giornalista.
Fabrizio Quattrocchi, giustiziato dai terroristi il 14 aprile scorso, era originario di Catania e aveva 36 anni. Da tempo viveva a Genova, con la sua famiglia e la fidanzata Alice. Nel capoluogo ligure collaborava da due anni con l’agenzia di investigazioni, bonifica, servizi di sicurezza e allarmi “Ibsa”. Era stato anche nell’Esercito italiano, in fanteria, a Como, con il grado di caporal maggiore. Non aveva mai partecipato a missioni all’estero. Una volta congedatosi dall’Esercito italiano, Fabrizio aveva fatto il panettiere per poi seguire corsi di addestramento specifici e iniziare a collaborare con agenzie di security di Genova, nei locali notturni come addetto alla sicurezza e poi come body guard. Era stato rapito in Iraq assieme ad altri tre italiani (Salvatore Stefio, 34 anni, originario di Catenanuova (Enna), Umberto Cupertino, 35 anni, di Sammichele di Bari, e Maurizio Agliana, 37 anni, di Prato), tutt’ora nelle mani dei rapitori.
La notizia della morte di uno dei quattro italiani tenuti in ostaggio venne data la sera del 14 aprile dalla tv araba al Jazira, che aveva ricevuto un video con la macabra esecuzione. Che l’ostaggio ucciso fosse Fabrizio Quattrocchi fu il titolare della Farnesina, Franco Frattini ad annunciarlo un paio d’ore dopo in diretta tv, durante la trasmissione «Porta a Porta». E fu lui, informato dall’ambasciatore in Qatar, che aveva visionato il filmato, a raccontare che prima di essere ucciso con un colpo alla nuca Fabrizio avrebbe detto ai suoi aguzzini: «Adesso vi faccio vedere come muore un italiano». L’emittente al Jazira si rifiutò di trasmetter il video per la crudezza delle immagini e si limitò a leggere il comunicato che lo accompagnava, firmato dalla Brigata Verde del Profeta, una delle sigle che aderiscono all’ideologia sunnita wahhabita di al Qaeda. «Abbiamo agito per il rifiuto da parte di Berlusconi di ritirare le truppe dall’Iraq. Il capo del governo italiano non ha a cuore le anime degli ostaggi ma solo di compiacere la Casa Bianca» avevano scritto i terroristi.
«Con la restituzione della salma di Fabrizio Quattrocchi si chiude un capitolo di questa vicenda dolorosa», ha commentato Antonella Agliana la notizia della restituzione alla Croce Rossa italiana dei resti di Fabrizio Quattrocchi. «Sono contenta, almeno i famigliari di Fabrizio sapranno dove portare un fiore» ha continuato Agliana, che intanto aspetta sempre notizie del fratello Maurizio, ancora in mano ai rapitori insieme a Salvatore Stefio e Umberto Cupertino. Antonella Agliana non ha mai parlato personalmente con la famiglia Quattrocchi. «Non ne ho mai avuto la forza – ammette – ho soltanto inviato loro un telegramma di condoglianze». Intanto, continua l’attesa di notizie su la liberazione degli altri 3 ostaggi. «Non sappiamo ancora nulla – conclude la donna – l’ultima telefonata con il ministero degli Esteri è stata stamattina, ma non ci sono novità».
Anche per Giuseppe Stefio, cugino di Salvatore, un altro dei tre ostaggi ancora in mano ai rapitori, «La notizia che apprendiamo del rilascio nelle mani della Croce Rossa della salma di Fabrizio Quattrocchi ci dà speranza. Abbiamo bisogno tutti di maturare la cosa, ma certo è una bella notizia».