Una posizione negativa del Consiglio delle Autonomie locali sulla formulazione definitiva degli articoli 62 e 63 dello Statuto regionale è stata espressa dal Presidente Alessandro Pesci in una lettera inviata al Presidente del Consiglio Regionale Riccardo Nencini. Nella lettera di Pesci si ricorda che l’articolo 62 sulla sussidiarietà istituzionale nel comma 1 prevede che la Regione “sulla base dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione, conferisce agli enti locali le funzioni amministrative nelle materie di propria competenza” è ingiustificatamente difforme rispetto al comma primo dell’art. 118 della Costituzione, che riconosce ai Comuni l’attribuzione delle funzioni amministrative, salvo che “per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza”.Per ciò che riguarda poi l’art.63 ed in particolare il comma 2, è stata aggiunta, quale materia che la legge regionale può disciplinare, nel caso in cui risultino specifiche esigenze unitarie, anche quella della “organizzazione”, oltre a quella relativa allo “svolgimento delle funzioni conferite per assicurare requisiti essenziali di uniformità”. La disposizione statutaria appena richiamata, rischia di vanificare l’affermazione contenuta nell’ultimo periodo dell’art.117 comma sesto che aveva innalzato a livello costituzionale una delle novità più rilevanti della L.59/97. Non si vede per altro come, la disciplina degli aspetti organizzativi, che sono strumentali all’esercizio delle funzioni conferite agli enti locali, debba aver bisogno dell’intervento della legge regionale, fatta eccezione per una eventuale disciplina di principio, che lasci spazio all’autonomia normativa locale, costituzionalmente garantita.Nella lettera di Pesci si ricorda inoltre che altre richieste del Consiglio delle Autonomie Locali sono state disattese nel testo approvato del nuovo Statuto: la distinzione, concettuale e temporale, tra concertazione istituzionale e concertazione con le parti economiche e sociali; la natura ed il ruolo del Consiglio delle autonomie locali, che deve esprimere l’avviso del complessivo sistema degli Enti locali, rappresentando l’insieme istituzionale di tali enti e non gli schieramenti politici, che, variamente, li compongono; la conseguenza dei pareri espressi dal CdAL, che, quanto meno per gli atti più rilevanti, dovrebbe esser tale, per cui, ad un eventuale parere negativo del CdAL dovrebbe corrispondere un voto a maggioranza qualificata del Consiglio regionale e non la sola motivazione del dissenso.Si conferma, nella lettera del Presidente Pesci, la posizione critica delle autonomie locali della Toscana in ordine ai due temi della sussidiarietà istituzionale e dei regolamenti degli enti locali, auspicando che vi sia ancora modo, prima della seconda approvazione dello Statuto da parte del Consiglio regionale, di tornare a confrontarsi su questi e sugli altri elementi che stanno a cuore al mondo degli enti locali e sui quali non si è trovato fino adesso la necessaria disponibilità ad un reale confronto da parte della Regione Toscana.(cs-RF)