Toscana

TERRORISMO, CINQUE ARRESTI IERI A FIRENZE E SIENA PER UNA CELLULA DI «ANSAR AL ISLAM»

È stata la fretta di partire e l’insistenza nell’avere la copia di un passaporto smarrito ad insospettire la Digos genovese che ha deciso subito di arrestare i membri della cellula fondamentalista “Ansar al Islam” sulla quale indagavano da più di un anno. È stato il passaporto smarrito di Abdel ben Matallah, il tunisino identificato nell’agosto 2003 nel porto di Genova che, con una valigia piena di cassette con filmati su attentati in Cecenia e sermoni predicanti la Jihad, ha praticamente accelerato le indagini fino agli arresti della notte tra sabato e domenica scorsa. Matallah aveva smarrito il passaporto e ne aveva chiesto il duplicato. L’insistenza nel chiedere il documento era aumentata nei giorni scorsi, dopo che era arrivato l’ordine di partire. Proprio questa insistenza, definita «esasperante» avrebbe convinto gli inquirenti a fermare tra Firenze e Siena, cinque sospettati, prima che fosse troppo tardi. Tra di loro anche l’imam della moschea fiorentina di Sorgane, Mahamri Rashid. I cinque arrestati, trasferiti nel carcere di Sollicciano, si sarebbero diretti, dopo aver lasciato l’Italia, in Siria e in Yemen. Qui, secondo quanto hanno accertato le indagini – che nell’ultima fase sono state coordinate dal procuratore aggiunto di Firenze Francesco Fleury – i quattro aspiranti martiri avrebbero preso contatto con altri militanti di Ansar Al Islam che avrebbero dovuto fornire loro armi ed esplosivi e li avrebbero aiutati a passare in Iraq. La partenza per i due paesi mediorientali, secondo quanto si è appreso a Firenze, sarebbe dovuta avvenire nella prossima settimana, cosa che ha impresso all’inchiesta una fortissima accelerazione. Negli ultimi giorni i quattro turnisini – tutti giovanissimi, uno di 27 anni, due di 26 e uno di 24 – avevano dato segno di forte impazienza, cercando di accelerare al massimo le procedure per le pratiche di espatrio, fra cui il rilascio dei visti sui passaporti. Tre di essi sono stati arrestati a Firenze, dove vivevano con regolare permesso di soggiorno, e uno a Siena.

Per la cellula terroristica ci sarebbe anche un obiettivo vicino a Firenze, che sarebbe stato citato durante una telefonata tra due elementi della cellula “Ansar al Islam”. L’attenzione dei fondamentalisti per l’obiettivo fiorentino, che non trova conferma da parte della Digos del capoluogo ligure, sarebbe riportata nelle intercettazioni telefoniche avviate, oltre un anno fa, dalla polizia di Genova. Secondo quanto appreso, si tratterebbe di un importante centro polivalente vicino ad un ipermercato nella periferia fiorentina.