Toscana

IRAQ, OSTAGGI, IN 3 MILA MARCIANO FINO A SAN PIETRO. APPELLO DEL PAPA

Almeno 3000 persone hanno preso parte alla manifestazione per la pace ed il rilascio dei tre ostaggi italiani in mano a guerriglieri iracheni, che si è tenuta nel pomeriggio di oggi a Roma. Partito da Castel Sant’Angelo, il corteo è arrivato fino a Piazza San Pietro, dove le transenne che circondano la piazza sono state aperte per dare modo alle migliaia di persone di entrare in piazza, ma non sono stati ammessi striscioni o bandiere al di fuori di quelle arcobaleno della pace. Applausi scroscianti hanno salutato il passaggio dei familiari degli ostaggi in via della Conciliazione. In testa al corteo il padre di Salvatore Stefio, Angelo, che ha sfilato con una bandiera tricolore in mano, accanto agli altri familiari. Folta la presenza di esponenti politici, da Fausto Bertinotti a Gavino Angius, Pecoraro Scanio e Antonio Di Pietro. Per la Casa delle Libertà era presente soltanto il ministro degli italiani all’estero, Mirko Tremaglia di An, che ha dichiarato: ”Sono vicino alle famiglie degli ostaggi tutti i giorni, il mio è un atto d’amore e qualcosa di più. Non ci sono speculazioni di carattere politico”.

I familiari degli ostaggi sono poi entrati in una parte recintata della piazza, alla quale non avevano accesso gli altri manifestanti. E’ stato chiesto loro di lasciare fuori tutte le bandiere, anche quelle della pace, ed il tricolore che il padre di Stefio aveva con sé. Ad accoglierli monsignor Betori, segretario della Conferenza episcopale italiana. I familiari hanno baciato la mano al monsignore, accompagnati dai vescovi dei tre paesi di origine dei familiari: mons. Francesco Cacucci, vescovo di Bari-Bitonto, quello di Prato, mons. Gastone Simoni e quello di Cesena-Sarsina, mons. Silvano Ridolfi, assieme a monsignor Giovanni Lajolo, segretario per i Rapporti con gli Stati, il “ministro degli esteri” della Santa Sede. E’ stato quest’ultimo a presentare il messaggio di Giovanni Paolo II. Nell’appello, il Papa ha inviato il suo incoraggiamento ai rapiti, affermando di «non dubitare” che si stia facendo tutto il possibile per liberarli e ha ringraziato «quanti operano per ristabilire in Iraq un clima di riconciliazione e di dialogo in vista del recupero della piena sovranità ed indipendenza del Paese, in condizioni di sicurezza per tutta la popolazione”.

Mons. Lajolo ha anche fatto sapere che questa mattina il Papa ha celebrato messa per la liberazione degli ostaggi detenuti in Iraq, «come per tutti quelli che soffrono in quel Paese». «Vi posso comunicare – ha detto, dopo un saluto ai vescovi presenti – che il Santo Padre ha celebrato stamani, festa di Santa Caterina da Siena, Patrona d’Italia, la Santa Messa per la liberazione degli ostaggi detenuti in Iraq, come per tutti quelli che soffrono in quel Paese. Egli li ha affidati alla protezione di Maria, Madre di Cristo e nostra». «In nome dell’unico Dio, che tutti ci giudicherà, Giovanni Paolo II rinnova ai rapitori la sua pressante supplica di voler ridare prontamente le persone rapite alle loro famiglie. Alle persone prese in ostaggio egli desidera che giunga l’espressione dei suoi sentimenti paterni ed il suo incoraggiamento a continuare a sostenere con coraggio e speranza la loro presente dura prova». «Ai famigliari ed a quanti sono uniti ai rapiti da vincoli di affetto – ha proseguito mons. Lajolo – assicura la sua particolare vicinanza in questi momenti di apprensione e di angoscia. Il Santo Padre non dubita che si faccia tutto il possibile e nulla si lasci di intentato per garantire l’incolumità degli ostaggi e giungere al più presto alla loro liberazione. Allo stesso tempo, Sua Santità Giovanni Paolo II ringrazia quanti operano per ristabilire in Iraq un clima di riconciliazione e di dialogo in vista del recupero della piena sovranità ed indipendenza del Paese, in condizioni di sicurezza per tutta la popolazione”.

Giovanni Paolo II, infine, «esorta la diletta comunità cattolica in Iraq e tutti i cristiani del Paese a continuare ad operare perché sia ristabilita un’atmosfera di concordia e di collaborazione fra tutte le componenti religiose e sociali del Paese per il bene comune. Il Papa invita tutti alla preghiera a Dio, che ama la vita di ogni uomo e non vuole la morte di nessuno, per una positiva conclusione di questa dolorosa vicenda. In questo stesso momento egli è raccolto in preghiera nella sua cappella, unito a noi nella comune supplica a Dio».

“Confidiamo che nel mese di maggio, dedicato alla Madonna, i rapiti possano tornare a casa a visitare i loro cari e a godere del dono rinnovato della vita”. E’ l’auspicio espresso da mons. Lajolo, dopo il minuto di silenzio seguito alla lettura del saluto del Papa. Quindi ha invitato i presenti alla recita del secondo mistero gaudioso del Rosario in cui si contempla la visitazione della Beata Vergine. Oltre alla recita del mistero, i partecipanti alla manifestazione hanno cantato il Salve Regina.