Toscana

OSTAGGI ITALIANI: APPELLO AI RAPITORI DI PADRE NAIJM (PATRIARCATO CALDEO), «L’ITALIA E’ UN PAESE AMICO»

“Liberate gli ostaggi, non hanno niente a che fare con questa guerra. Non dimenticate che l’Italia è un Paese amico che da sempre opera per aiutare la nostra popolazione. Non dimenticate che l’unica organizzazione non governativa presente in Iraq è la Croce Rossa italiana che aiuta il popolo per evitare altre sofferenze. Non dimenticate l’opera continua dell’ospedale italiano a Baghdad che ogni giorno cura 1000 iracheni gratuitamente”. E’ l’appello che oggi padre Philip Naijm, iracheno, procuratore del Patriarcato caldeo presso la Santa Sede, ha lanciato attraverso il Sir, per la liberazione dei tre ostaggi italiani. “Sua Beatitudine Emanuele III Dally, patriarca di Babilonia dei Caldei di Baghdad, insieme al Nunzio apostolico, mons. Fernando Filoni, nella capitale irachena, stanno continuando con costanza ma anche con estrema cautela la loro mediazione per il rilascio degli ostaggi italiani”, spiega al Sir padre Naijm che è in stretto contatto con il patriarca Dally. “È importante in questo momento non perdere la speranza, pregare, ma anche non avere fretta. Si tratta – dice – di una trattativa che Sua Beatitudine il Patriarca segue personalmente. Egli ha molto a cuore la sorte degli italiani”. Secondo padre Naijm “in questa fase la difficoltà maggiore sta nel fatto che i rapitori sembrano non ascoltare gli appelli dei vari imam ed ulema e questo farebbe pensare che non siano sotto la sfera di influenza di gruppi religiosi. Ciò non toglie la speranza di proseguire gli sforzi ma con cautela e senza farsi prendere dalla fretta”. Una mediazione che si arricchisce anche di gesti e segni, “utili per facilitare la trattativa”. “Lo scorso 11 aprile – aggiunge il procuratore caldeo – il Patriarca ha voluto che nelle 40 parrocchie di Baghdad venisse indetta una raccolta di offerte da destinare alla popolazione emigrata di Falluja. La cifra racimolata è consistente, almeno di questi tempi in Iraq, si tratta di 18 milioni di dinari e mostra la solidarietà dei cristiani verso i musulmani. Tutti siamo iracheni. I cristiani iracheni sono nati qui”. A gesti di solidarietà si aggiungono anche quelli di preghiera: “Musulmani e cristiani – rivela padre Naijm – stanno pregando insieme per la liberazione degli ostaggi, nelle chiese e nelle moschee. E’ un tratto nuovo nella vicenda irachena. I tre ostaggi devono tornare alle loro case e alle loro famiglie”. “Ai familiari dei tre rapiti – conclude – dico di avere fiducia e pazientare. La speranza non deve mancare. Preghiamo perché il Signore ci aiuti in questi giorni nella certezza che Egli è vicino a noi ed opera per il bene. Ho fiducia in Dio e nel popolo iracheno”.Sir