Nuovi passi per riprendere il cammino di pace in Terra Santa. E’ quanto chiedono i vescovi cattolici americani in una lettera inviata nei giorni scorsi al presidente americano George W. Bush. Consapevoli dei forti legami esistenti tra la comunità cattolica americana con i fratelli ebrei e con i Cristiani di Terra Santa, molti dei quali sono palestinesi, i vescovi, nella loro lettera firmata da mons. Wilton Gregory, presidente della Conferenza episcopale degli Usa, deplorano la violenza e la repressione, gli attacchi suicidi e le rappresaglie. Gli attacchi palestinesi contro civili innocenti scrivono non possono essere tollerati così come non è giustificabile l’occupazione israeliana dei Territori e le misure repressive adottate. L’impegno degli Usa si legge – è essenziale per far compiere alle due parti i passi necessari per ricostruire la speranza nella pace e perseguire nell’obiettivo finale della Road Map, ovvero uno Stato indipendente palestinese a fianco dell’esistente Stato israeliano, in condizioni di pace e sicurezza duratura per i due popoli. Ma per i vescovi americani una pace giusta e duratura non sarà possibile se gli Stati Uniti permetteranno delle iniziative unilaterali che mettono in pericolo questo obiettivo. I leader cristiani in Terra Santa aggiungono – sono preoccupati per la costruzione della barriera israeliana, un grave ostacolo alla pace. I palestinesi, giustamente, insistono sulla fine dell’occupazione in Cisgiordania e Gaza, sul blocco del muro’ e delle colonie, gli israeliani, altrettanto giustamente chiedono la fine di ogni attacco terroristico. Sappiamo concludono – che questi due popoli vogliono la pace e la riconciliazione per questo hanno bisogno di un forte sostegno della comunità internazionale e degli Usa in particolare. Sir