Toscana

IRAQ: OSTAGGI; A PRATO UNA MESSA PER PREGARE PER MAURIZIO

Una messa per pregare per Maurizio Agliana su iniziativa delle Misericordie e ancora contatti tra il vescovo di Prato Gastone Simoni e la Santa Sede. «La Santa Sede – ha detto monsignor Simoni parlando con i giornalisti – sta cercando di fare tutto il possibile attraverso i propri canali diplomatici per la liberazione degli ostaggi, ma vedono la situazione difficile soprattutto per il fatto che manca un interlocutore preciso». «Spero che – ha aggiunto il vescovo – dopo la risonanza determinata da questa uccisione, si abbia anche parte dei responsabili religiosi iracheni, che contano molto, una volontà ancora maggiore di impedire che vengano fatte altre stragi. Maurizio è un nostro cittadino, fa parte della nostra confraternita, non ci sono remore di sorta per pregare, per intervenire e per essere solidali. Certo, mi piacerebbe poter vedere musulmani, cattolici, ebrei e cristiani riuniti in un momento di preghiera interconfessionale sul tema della pace».

La messa è stata promossa dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia e dalla Misericordia di Prato e si svolgerà domani pomeriggio alle ore 17 nell’oratorio della Misericordia di via Convenevole. La Confederazione, informa una nota, «segue con sgomento quanto sta accadendo al confratello Maurizio Agliana e agli altri rapiti e invita tutti i confratelli delle Misericordie, le Istituzioni e le associazioni di volontariato a condividere questo momento di comunione, presso le proprie sedi o parrocchie, per stringersi attorno alle famiglie di Maurizio e degli altri rapiti e alla Misericordia di Prato».

Il Presidente nazionale Gianfranco Gambelli ha inviato un telegramma di solidarietà alla Misericordia di Prato e una lettera alla famiglia di Maurizio, con cui si è anche messo in contatto telefonicamente, comunicando loro la vicinanza e l’affetto di tutte le Misericordie e l’impegno a fare tutto quanto è possibile per trovare una soluzione. La Confederazione e la Misericordia pratese hanno anche inviato un telegramma alla Santa Sede, al Presidente del Consiglio Berlusconi, al Ministro degli Esteri Frattini e al Ministro dell’interno Pisanu, in cui si dicono «profondamente preoccupati per i gravissimi accadimenti ai nostri connazionali in Iraq» ed in cui sollecitano un «urgente intervento istituzionale, auspicando la massima collaborazione per vedere al più presto salvate le vite dei nostri concittadini, ponendo così fine alla profonda angoscia dei familiari e di tutto il popolo italiano». (ANSA)