Toscana

MESSAGGIO PASQUALE DEL PATRIARCA DI GERUSALEMME: NELLA FOLLIA DEGLI UOMINI ASCOLTARE GLI OPPRESSI

“Celebrando la festa della gloriosa Pasqua non possiamo che riguardare con gran pena la situazione di morte che circonda i Luoghi Santi e tutti gli abitanti di questo Paese: una situazione che sembra senza via d’uscita, di uomini smarriti che cercano la vita nelle tenebre della morte e dell’oppressione degli altri”: lo scrive il Patriarca latino di Gerusalemme, monsignor Michel Sabbah, nel suo messaggio pasquale, pervenuto stamani alla MISNA. “Viviamo giorni – aggiunge il capo della chiesa cattolica in Terra Santa – in cui la ragione è assente e ci troviamo abbandonati alla ‘follia degli uomini’ che non vedono soluzioni se non nella effusione di sangue e nell’annientamento della persona umana. È per questo che le città sono occupate e rioccupate e attaccate; delle persone sono uccise, altre sono fatte prigioniere e, nello stesso tempo, l’assedio continua su ogni città e ogni villaggio e tutta la vita di ogni giorno è sottoposta all’oppressione”. Di fronte al dramma del Medio Oriente – con la ‘road map’ ormai immobile da mesi e la comunità internazionale che fatica a riannodare i fili del dialogo – monsignor Sabbah si chiede come venire fuori da questa spirale di violenza. “Occorre che i responsabili ritornino alla ragione e ammettano che ogni persona umana è eguale, sia palestinese sia israeliana” è il primo punto della sua proposta. “Secondo, quando la violenza si ferma da una parte, occorre che si fermi pure dall’altra. Che i responsabili traggano la lezione di quel che hanno fatto finora dopo tre anni di morte e di distruzione, senza attendere la sicurezza voluta. Hanno ucciso migliaia di persone e il popolo è rimasto sempre quello, a reclamare la sua libertà. E se continuano nella stessa strada, uccideranno ancora altre persone e il popolo resterà ancora a reclamare la sua libertà”. La soluzione, suggerisce il Patriarca, “consiste dunque nell’ascoltare la voce degli oppressi e a ridare loro la libertà”. “È tempo ormai – aggiunge – che i responsabili intraprendano la vera via della sicurezza: dei cuori amici sono i soli garanti della sicurezza. E i cuori oggi ostili saranno domani cuori amici, una volta che gli saranno resi la loro libertà e la loro terra. Allora cadrà il muro che oggi si costruisce e nello stesso tempo cadranno i muri di odio eretti nei loro cuori. Allora fiorirà la sicurezza, senza bisogno dei muri e delle armi di distruzione”. Monsignor Sabbah si rivolge direttamente ai “nostri fedeli che vivono sotto assedio e che si ritrovano adesso dietro il muro di separazione: con la vostra resistenza a ogni oppressione, accompagnate tutti gli eventi con la vostra preghiera e la vostra pazienza. Non lasciatevi prendere dalla logica dell’odio”. Il messaggio si conclude con un’invocazione a Dio per “aprire i cuori e di fare in modo che la grazia della Pasqua divenga per tutti forza per passare dalla morte alla vita, soprattutto nella storia odierna della Terra Santa”. (Misna)